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Diffamazione a Giorgia Meloni, Luciano Canfora rinviato a giudizio

Lo storico e filologo definì la leader di Fratelli d'Italia "Nazista nell'animo". Chiesto dalla presidente del Consiglio un risarcimento di 20 mila euro

Luciano Canfora - Fotogramma
Luciano Canfora - Fotogramma
16 aprile 2024 | 15.23
LETTURA: 3 minuti

Rinviato a giudizio il professor Luciano Canfora denunciato per diffamazione dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Lo ha stabilito oggi, 16 aprile, il giudice monocratico del Tribunale di Bari Antonietta Guerra al termine della Camera di consiglio, seguita all'udienza predibattimentale di questa mattina.

Come ha spiegato ai giornalisti l'avvocato difensore dello storico, Michele Laforgia, il giudice "ha rilevato che è necessario fare una approfondita integrazione probatoria incompatibile con l'udienza predibattimentale, ha disposto il rinvio del giudizio davanti al giudice del dibattimento che è il dottor Santoro per l'udienza del 7 ottobre".

Cosa disse Canfora

I fatti contestati a Canfora risalgono ad aprile del 2022 quando la leader di Fratelli d'Italia non era ancora premier. Il docente universitario in un convegno sulla guerra tra Russia e Ucraina tenuto in un liceo scientifico di Bari definì l'allora leader di Fdi durante un convegno in una scuola, "neonazista nell'animo", mentre parlava della guerra in Ucraina.

Sostenitori in piazza per il prof.

Canfora oggi era presente in aula. Al suo arrivo in tribunale ha trovato ad accoglierlo un gruppo di sostenitori.

Meloni chiede 20mila euro di risarcimento

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella dichiarazione di costituzione di parte civile ha chiesto all'intellettuale un risarcimento danni di 20mila euro.

La difesa: "Da Canfora nessun intento diffamatorio"

"Il senso dell'intervento, condivisibile o meno - si legge in uno dei passaggi della memoria difensiva presentata da Laforgia - è chiaro e non si presta ad equivoci interpretativi: secondo l'imputato, il sostegno all'Ucraina avrebbe consentito all’Onorevole Meloni, solitamente emarginata e denigrata, di accreditarsi anche a livello internazionale come figura politica autorevole e affidabile. È dunque evidente il senso tutt’altro che diffamatorio delle espressioni utilizzate dal professor Canfora non già per esprimere un proprio giudizio in ordine alla querelante, bensì per descrivere – criticamente – l’atteggiamento delle forze politiche e dei principali commentatori degli organi di informazione mainstream nei suoi confronti, prima e dopo la posizione assunta sulla guerra in Ucraina".

"Descrizione, peraltro, del tutto aderente alla realtà, se si ha riguardo al modo in cui Giorgia Meloni era definita dalla stampa estera (la rivista tedesca Stern il 22.9.2022 le aveva dedicato una copertina con il titolo 'Die Gefährlichste Frau Europas', ovvero 'La donna più pericolosa d'Europa') e dagli avversari politici, come riferito anche dalle testate giornalistiche dell'area di centro-destra", aggiunge il legale.

Il riferimento è al passaggio del l'intervento di Canfora in cui il docente universitario critica il sostegno incondizionato della Nato all'Ucraina, "e la posizione successivamente assunta dall’Onorevole Giorgia Meloni, all’epoca dei fatti, antecedenti alle ultime elezioni politiche e alla formazione dell’attuale governo, solo presidente del partito Fratelli d’Italia. Il professor Canfora, come risulta dal filmato acquisito agli atti e tuttora disponibile in rete, ha testualmente affermato quanto segue: "Non vedo, nello schieramento politico del nostro Paese, forze capaci di dire ‘Voglio capire’. Anche la terribilissima – e sempre insultata, poveretta! – leader di quel partito di destra che si chiama ‘Fratelli d'Italia’ – come se in Francia ci fosse ‘La Marsigliese’ come partito politico – trattata di solito come una mentecatta, pericolosissima, ecc, – siccome – essendo neonazista nell'animo – si è subito schierata con i neonazisti ucraini, è diventata una statista molto importante ed è tutta contenta naturalmente di questo ruolo'".

"Va quindi senz’altro esclusa - Prosegue La memoria - la configurabilità del reato in relazione alle espressioni “poveretta” – o meglio, “sempre insultata, poveretta!” – e “trattata come mentecatta”, oggettivamente prive, nel contesto in cui sono state pronunciate, di qualsiasi concreta offensività nei confronti dell’On. Meloni, risultando, semmai, critiche nei confronti di alcuni suoi detrattori, secondo il Prof. Canfora proni ai desiderata della Nato e degli Stati Uniti".

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