L'idea in seguito al dibattito sull’opportunità di dedicare in città una via a Bettino Craxi a 20 anni dalla sua scomparsa e nell'imminenza del bicentenario della nascita del re Vittorio Emanuele. Emanuele Filiberto: "Proposta ridicola, casa Savoia ha fatto la storia d'Italia"
Via i nomi dei reali da piazze e strade italiane per sostituirli con quelli di persone che con talento e ingegno hanno dato lustro al Paese. La proposta parte da creativi milanesi sulla scia del non sopito dibattito sull’opportunità di dedicare in città una via a Bettino Craxi a 20 anni dalla sua scomparsa e nell'imminenza del bicentenario della nascita del re Vittorio Emanuele che cade nel 2020.
Artisti, architetti, matematici e inventori o politici dovrebbero trovare spazio sui muri dei palazzi a indicare vie e piazze senza aspettare per forza che passino a miglior vita o che si debbano costruire nuovi quartieri relegandoli in posti periferici. Davide Ciliberti, esperto di comunicazione della Purple & Noise, sembra non avere dubbi: "Eliminiamo, senza velleità di revisionismo storico – dice all’Adnkronos - ma soltanto per un tema di anacronismo ed equilibrio le tantissime vie, piazze, statue dedicate ai reali, e magari cancelliamo anche qualche generale. Non credo sia essenziale nelle nostre città mantenere onorifiche titolazioni a re, regine e principi laddove peraltro il conferimento origina direttamente dalle proprie 'corti', più che per meriti".
Secondo il creativo pubblicitario Luciano Nardi , "a Milano, più che a Craxi, si dovrebbe discutere semmai titolare una piazza alla Creatività. Dove? Ad esempio nel nuovo quartiere di CityLife, e nello specifico dove è situata l’opera Coloris di Pascale Marthine Tayou, ovvero quel centinaio di pali metallici colorati e di un’altezza variabile tra i 6 e i 12 a rappresentare il planisfero terreste”.
Ma non solo Milano ovviamente. "Io credo - dice Nardi - che sono tanti i geni creativi che sia fondamentale omaggiare e ricordare, quali esempio per giovani e meno giovani: da Enzo Mari a Bruno Munari, Gabriele Basilico sino al pubblicitario Emanuele Pirella. E che dire di Enzo Jannacci, Dino Risi, GM Volonté, Lucia Bosé, Carla Fracci, Sergio Bonelli, Guido Crepax? Si pensi solo quanti di questi, col loro talento e ingegno hanno reso Milano ciò che è a livello mondiale’’.
Una proposta respinta immediatamente da Emanuele Filiberto di Savoia, mentre per Tony Iwobi, responsabile dell'immigrazione della Lega la definisce una bella Idea. ''Mi sembra una proposta veramente assurda -dice all'Adnkronos Emanuele Filiberto - Il passato non si cancella ed è triste che per le nuove generazioni si cancelli la storia. Che uno sia a favore della monarchia o no -sottolinea - si deve ricordare che casa Savoia è riuscita a realizzare l’unità d’Italia e questo non si può dimenticare. Ridicolo volerlo addirittura cancellare. Proposte di questo tipo, se trovassero terreno fertile dimostrerebbero la fragilità e l’insicurezza delle amministrazioni locali''.
Certo nessuno pensa per il momento di far nascere una ''Piazza Fedez o un ''Corso Chiara Ferragni'' ma rinnovare il Paese anche sotto questo punto di vista non e' male per Iwobi ''E' una bella idea dice-ma se attuata va fatta con la giusta misura. Ogni idea ha suo lato positivo e negativo ed è da prendere in considerazione se vogliamo stare al passo del mondo che cambia. Bisogna fare attenzione però a non esagerare, il rischio è quello di dimenticare il passato''. E secondo l'esponente della Lega ''non dimenticare il passato serve per vivere il presente e programmare il futuro''.
Per il senatore di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa ''E' una cosa fuori dal mondo, ma qualcosa di buono lo provocherebbe: ad esempio a Bologna potrebbero cancellare via Stalingrado''. ''L'intitolazione delle vie -dice all'Adnkronos- è fatta proprio per ricordare chi non c'e più. Non capisco con quale logica si possa cercare di eliminare la memoria e la nostra identità. Credo che dietro iniziative di questo tipo ci sia proprio questo desiderio inconfessabile. E allora che si fa al posto di Piazza San Babila? Mettiamo il nome del prete favorevole all'immigrazione e via di questo passo? Suvvia, ribadisco, le identità non si cancellano''.