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Crac Divina Provvidenza, Profiti: "30 mln? Dicevamo il contrario di quanto è emerso"

Profiti all'Adnkronos: "30 milioni? Dicevamo il contrario di quanto emerso"

Giuseppe Versaldi  (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Giuseppe Versaldi (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
19 giugno 2015 | 19.11
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"Ho sentito e chiarito con i miei superiori l'equivoco. Sono disposto a rispondere a chi altri volesse chiarimenti". Così il cardinale Giuseppe Versaldi, raggiunto telefonicamente dall'Adnkronos sulla telefonata con il manager Giuseppe Profiti. "I fatti parlano da sé - ha spiegato - e basta consultare l'accordo per come è avvenuto. Il tutto è stato chiarito collocando la frase nel contesto: una frase detta non certo per mentire ma perché non era il caso di parlare di una ipotesi specifica in quel momento".

"Dicevamo esattamente il contrario di quanto è emerso dall'intercettazione. Non si doveva parlare dei 30 milioni visto che il finanziamento diretto non era una soluzione né percorribile né opportuna. Dunque inutile sottoporla all'attenzione del Santo Padre", ha detto dal canto suo Giuseppe Profiti, presidente del Bambino Gesù e commissario straordinario della Provincia italiana dei Figli dell'Immacolata, all'Adnkronos. "E' incredibile prendere singole frasi di una telefonata, senza sapere il prima e il dopo e decidere che volevamo nascondere qualcosa addirittura al Papa. Ma non scherziamo... La prova che tutto questo è assurdo - ha continuato Profiti- è nel fatto che mai un euro del Bambino Gesù è stato dato alla Congregazione o all'Idi o e è stato speso per questa operazione".

"Ecco la documentazione che dimostra come l'operazione dell'Idi è stata fatta grazie a un finanziamento dell'Apsa di 50 milioni", ha sottolineato Profiti mostrando le carte dopo l'intercettazione. "La stessa documentazione - ha aggiunto - che da ottobre dell'anno scorso è depositata al ministero dello Sviluppo Economico e alle banche".

"L'incontro con il Santo Padre era finalizzato a ottenere l'approvazione generale a proseguire su questa linea di salvataggio per arrivare successivamente a una approvazione circa la soluzione individuata. In questo contesto il mio invito a non entrare nei dettagli tecnici (ancora in discussione) non aveva nessun intenzione di 'mentire' al Papa, ma semplicemente di tacere di ciò che ancora non era chiaro neppure ai tecnici", ha precisato con una nota Versaldi aggiungendo all'Adnkronos: "Ho sentito e chiarito con i miei superiori l'equivoco. Sono disposto a rispondere a chi altri volesse chiarimenti". "I fatti parlano da sé - ha spiegato - e basta consultare l'accordo per come è avvenuto. Il tutto è stato chiarito collocando la frase nel contesto: una frase detta non certo per mentire ma perché non era il caso di parlare di una ipotesi specifica in quel momento".

"La telefonata - ha sottolineato il cardinale nella nota - va collocata nel tempo e nel contesto in cui è avvenuta, cioè all'inizio delle ipotesi di proposte di salvataggio dell'ospedale, quando ancora imprecisate erano le possibili vie tecniche da seguire. Gli incontri tecnici precedenti l'incontro con il Papa erano serviti a fare alcune ipotesi e il mio mandato era sempre di seguire tutte le vie in accordo con le leggi vaticane ed italiane".

"Successivamente sono cadute tutte le ipotesi e si è giunti alla soluzione che di fatto è stata trovata proposta e approvata anche dai Commissari governativi e che, come da atto pubblico documentato (a cui rimando le persone che cercano giustamente la verità nella trasparenza), è consistita in un prestito di 50 milioni di euro erogato dall'Apsa, dopo il consenso avuto dal S. Padre in una udienza successiva a quella a cui si riferisce la telefonata", ha continuato Versaldi. "Infine, tengo a riportare il discorso alla sua sostanza e cioè all'avvenuto salvataggio di 1334 posti di lavoro che altrimenti erano a forte rischio con la perdita di strutture sanitarie di eccellenza - ha concluso - E ciò è avvenuto grazie alla collaborazione pubblica e trasparente di molti ed anche del Governo italiano tramite le sue competenti istituzioni che ringrazio".

L'Ospedale Bambino Gesù aveva già smentito "categoricamente che propri fondi di bilancio, meno che mai fondi pubblici, siano stati destinati all'acquisizione dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata".

Nella Capitale da tempo sull'Idi è in corso un'indagine svolta dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal sostituto Giuseppe Cascini, inchiesta che vede indagate una quarantina di persone con riferimento al saccheggio che avrebbero subito le casse dell'Istituto. I due magistrati stanno valutando se chiedere ai colleghi di Trani che indagano sul fallimento della clinica 'Divina Provvidenza' copia degli atti riguardanti quell'intercettazione.

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