-21% casi e -18,6% decessi. Ulteriore calo nuovi vaccinati
Covid oggi in Italia, in calo contagi, morti e ricoveri negli ultimi 7 giorni. Nella settimana 23 febbraio-1 marzo si registra, rispetto alla precedente, un calo del 21,1% dei nuovi casi, dei ricoveri in area medica (-20%) e dell'occupazione delle terapie intensive da parte dei pazienti Covid (-21%) e dei decessi (-18,6%). Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sulla situazione epidemiologica Covid in Italia.
"I nuovi casi settimanali – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - sono in calo da cinque settimane: rispetto alla settimana precedente si attestano intorno a 275mila, con una riduzione del 21,1% e una media mobile a 7 giorni che scende da 49.875 casi del 22 febbraio a 39.339 il primo marzo (-18,6%)".
"Si allenta ulteriormente la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – dove i posti letto occupati da pazienti Covid diminuiscono sia in area medica (-20%) che in terapia intensiva (-21%)". Il report rilveva che "diminuiscono ancora i decessi: 1.488 negli ultimi 7 giorni (di cui 122 riferiti a periodi precedenti), con una media di 213 al giorno rispetto ai 261 della settimana precedente".
Ulteriore calo nuovi vaccinati, -34% in 7 giorni
"Nella settimana 23 febbraio-1 marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati contro Covid-19: 38.796 rispetto ai 59.157 della settimana precedente (-34,4%). Di questi il 27,2% è rappresentato dalla fascia 5-11, pari a 10.569, in netta flessione rispetto alla settimana precedente (-46,4%). Nonostante l’obbligo vaccinale e l’obbligo di Green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ulteriormente, attestandosi a quota 10.809 (-29,5% rispetto alla settimana precedente)".
Al 2 marzo, nella fascia 5-11 anni, sono state somministrate 2.324.690 dosi: 1.356.784 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 1.138.999 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 36,9% con nette differenze regionali: dal 20% della Provincia autonoma di Bolzano al 53,4% della Puglia.
"A dispetto di numeri ancora molto elevati, rispetto agli altri Paesi europei l’Italia si colloca fra le nazioni con la più bassa percentuale di popolazione non vaccinata (16,1%). Su questo fronte si registrano differenze molto rilevanti fra i diversi Stati: si passa dal 5% del Portogallo al 63,8% dell’Ucraina", rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, che per bocca del suo presidente Nino Cartabellotta sottolinea la necessità che "i piani di accoglienza del Governo per accogliere i civili in fuga dovranno necessariamente includere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra, evitando diseguaglianze tra le Regioni".
"Il dato ucraino non deve essere sottovalutato, considerata la drammatica situazione che porterà nelle prossime settimane migliaia di profughi nel nostro Paese", afferma Cartabellotta. Che aggiunge, a proposito dell'immunizzazione dei profughi che "occorrerà eventualmente rivalutare l’entità delle donazioni di vaccini a mRna a Paesi in difficoltà, considerata la necessità di estendere la campagna vaccinale ai profughi di guerra".