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Covid e vaccino universale: cosa dicono Gismondo, Pregliasco e Salmaso

La proteina N genera memoria immunitaria a livello polmonare, primi risultati su modello animale

Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)
14 febbraio 2022 | 15.02
LETTURA: 3 minuti

Un vaccino 'jolly', che ha come bersaglio la proteina N e punta a proteggere tutte le varianti del covid. Uno studio, appena pubblicato sulla rivista Viruses e condotto dai ricercatori del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Iss, ha dimostrato che questo nuovo approccio innovativo genera una risposta immunitaria efficace e duratura in topi infettati con Sars-CoV-2. Ma cosa ne pensano gli esperti?

Gismondo

"Il vaccino" anti-Covid "che contiene la proteina N" del coronavirus pandemico "certamente sarebbe l'obiettivo auspicabile perché, a prescindere dalle mutazioni della proteina Spike, dovrebbe funzionare" contro tutte le varianti di Sars-CoV-2. Promuove la strategia alla base del candidato vaccino 'jolly' sperimentale Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. Per contrastare il Covid in futuro, "ovviamente se il quadro epidemiologico dovesse mantenersi stabile come pare adesso si stia mantenendo, io credo che l'obiettivo debba essere quello di una vaccinazione magari annuale - spiega l'esperta all'Adnkronos Salute - con un vaccino che ci protegge da tutte le varianti virali. Una vaccinazione consigliata o obbligatoria per i fragili, e disponibile anche per tutto il resto della popolazione, così come avviene oggi per l'influenza".

Pregliasco

Un vaccino anti-Covid universale che contiene la proteina N "secondo me è interessante come prospettiva perché la 'N' è una proteina strutturale nucleo-capside e rimane invariata ad oggi rispetto alle varie mutazioni del virus che ci sono state, ma va capito se ha una capacità di ridurre l'infezione". Così all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco sull'ipotesi di un vaccino 'jolly' contro tutte le varianti di Sars-CoV-2. "E' la proteina Spike che dà anticorpi neutralizzanti - spiega l'esperto - per cui potrebbe esserci la necessità di una combinazione fra il vaccino 'S' e il vaccino 'N'. C'è da capire - insiste Pregliasco - se questi anticorpi contro la N abbiano questa capacità. Sicuramente hanno la capacità di ridurre le complicanze, le problematiche più pesanti ma c'è da scoprire quest'altra cosa".

Salmaso

"Sarebbe davvero un'ottima soluzione. La soluzione ideale. Ma al momento stiamo commentando dei risultati di laboratorio sui topi. E' presto. La speranza ovviamente c'è e quindi speriamo che la ricerca possa darci nuove armi contro Sars-CoV-2 in tempi brevi". Lo dice all'Adnkronos Salute Stefania Salmaso, dell'Associazione italiana di epidemiologia, commentando i primi risultati del candidato vaccino contro Covid-19 che punta a proteggere contro tutte le mutazioni del virus, comunicati dall'Istituto superiore di sanità. "Si sta cercando di trovare una risposta protettiva nei confronti di parti di virus che non mutano facilmente. E' una strategia che porterebbe molti vantaggi", sottolinea.

Vaia

"Il futuro è un vaccino con una capacità universale, cioè che venga prodotto non avendo come bersaglio la proteina 'spike' ma altre parti del virus. E questa sarà la strada. Oggi siamo davanti a uno spartiacque, da una parte le misure di contenimento che hanno avuto un senso e lo hanno in un determinato momento, dall'altra innovazione, sperimentazione e ricerca, che sono necessarie: in questo caso, un vaccino aggiornato alle varianti con una capacità di protezione universale. E' una cosa che dico da mesi e ora mi fa piacere che anche altri intervengano su questo". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Francesco Vaia, direttore dell'Inmi Spallanzani di Roma, che ricorda come la strada del vaccino universale era stata disegnata anche nelle conclusioni del webinar internazionale, promosso dallo Spallanzani, 'Da Covid-19 a Covid-22. Nuove strategie di intervento per una pandemia che cambia', che aveva raccolto l'adesione di esperti internazionali e del presidente dell'Aifa, Giorgio Palù.

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