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Covid e Natale, regole e misure anti lockdown: cosa dicono gli esperti

Davanti allo 'spettro' di nuove chiusure per la quarta ondata di coronavirus, gli studiosi avanzano ipotesi e previsioni

(Fotogramma)
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15 novembre 2021 | 19.27
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Con vaccino anti Covid e Green pass obbligatorio scongiurare il Natale 2021 in lockdown - a seguito della crescita di contagi - e poi attenti a regole e misure, dalla tavola alle mascherine. Davanti al rischio di un ritorno in zona gialla e allo 'spettro' di nuove chiusure per la quarta ondata di coronavirus, gli esperti interpellati avanzano ipotesi e previsioni su quello che ci aspetta a poco più di un mese dalle festività natalizie.

"Natale sarà sicuramente molto meno 'ristretto' dell'anno scorso, ma il buon senso ci dice che ci si deve attrezzare perché la pandemia non è finita. Anche per queste festività natalizie, pranzi familiari troppo affollati devono essere evitati. Attenzione e buon senso. Un po' più di tranquillità ci può essere nelle famiglie dove sono tutti vaccinati" dice all'Adnkronos Salute Massimo Galli, già docente di Malattie infettive all'università Statale di Milano.

Galli invita a gestire "con particolare buon senso" i contatti dei bambini, "che non sono vaccinati", con i nonni e le persone fragili. "Chi si ritrova in casa persone particolarmente vulnerabili deve avere le necessarie attenzioni. E' un appello al buon senso", ribadisce Galli che della sua cena di Natale non ha "la più pallida idea. Non sono di quelli che organizza in largo anticipo il Natale. Per me è ancora lontanissimo. Ma abitualmente, e in particolare in questa situazione, si fanno cose non particolarmente affollate", conclude.

"Per fare previsioni per il Natale dobbiamo vedere come andranno le prossime 3-4 settimane, ma, ribadisco, giù le mani dal Natale: nessuno osi minimamente mettere limitazioni per le feste - dice all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova - Sarà un Natale come quelli pre-Covid, ma non possiamo pensare lontanamente che non sarà un Natale sereno perché qualcuno ha deciso di non vaccinarsi. Il Governo e le istituzioni devono trovare una soluzione perché in qualche modo il Natale va tutelato e se ci sarà un ulteriore incremento dei casi tra i non vaccinati, eventuali limitazioni, come il lockdown, dovranno essere solo per i non vaccinati". "Dobbiamo tutelare tutti quelli che si sono immunizzati per salvare anche il Natale e hanno dimostrato di essere dei bravi cittadini - aggiunge - Chi invece non l'ha fatto è giusto che venga limitato in alcune attività anche durante le feste: penso quindi ai ristoranti, ai locali, ai cenoni, ai teatri, ai cinema".

"Siamo al limite. Con questo ritmo a Natale arriveremo a 25-30mila contagi" da Covid-19 "al giorno e alla saturazione delle terapie intensive, ovvero al superamento della soglia del 10%" è lo scenario disegnato per le prossime festività dal virologo Francesco Menichetti, già primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa. "Subito dopo Natale - dice all'Adnkronos Salute - potremmo superare anche la soglia del 15% delle degenze ordinarie". Previsioni che Menichetti ricava facendo una proiezione dei numeri attuali. "Noi abbiamo 7 milioni di non vaccinati, abbiamo vaccinato il 79% della popolazione ovvero l'84% dei vaccinabili; però se di questi 7 milioni" di non immunizzati "si infetta il 5-10%, noi potremmo avere tra i 350mila e i 700mila infetti. Degli infetti vanno a finire in ospedale all'incirca il 2,5% e anche la stima più conservativa ci porta a 9-10mila ricoveri".

Insomma, quello che si prospetta potrebbe essere un Natale in salita. "Considerando che la campagna per la terza dose è rivolta a decine di milioni di persone - ricorda il virologo - mentre l'offerta vaccinale per i bambini nella fascia 5-11 anni non si attiverà prima di dicembre, riusciremo ad arrivare a numeri di immunità intorno al 88-90% solo verso marzo-aprile. Ergo - scandisce Menichetti - l'invito è quello alla massima prudenza nei comportamenti e ad una adesione alla vaccinazione". Ma non basta. "Senza ulteriori infingimenti - sollecita l'esperto - perché tutti ne parlano compresi membri autorevoli del Cts, bisogna limitare il certificato verde ai vaccinati e ai guariti. Lo facciano senza perdere tempo, affinché il panettone non diventi indigesto e la befana non sia di carbone scuro senza caramelle".

"Limitarsi a 6-8 persone ai pranzi di Natale, stare attenti con i bambini e con gli anziani, usare la mascherina" le raccomandazioni che dà Menichetti in vista delle prossime festività che si prospettano "ancora a rischio". "Abbiamo il problema del calo delle immunità tra i vaccinati più avanti con gli anni, abbiamo una grande circolazione di virus tra i bimbi e poi - ribadisce all'Adnkronos Salute il medico - ci sono ancora 7 milioni di non vaccinati. Quindi la raccomandazione - afferma Menichetti - è di essere noi stessi, al di là di restrizioni imposte, responsabili e prudenti evitando aggregazioni gigantesche e mantenendo il solito galateo che ci deve guidare anche e soprattutto nei momenti, come quello natalizio, che sono potenzialmente di abbandono, nel contesto familiare e amicale, delle norme precauzionali. E a chi dice 'allora che ci siamo vaccinati a fare?' ricordo che il vaccino serve e lo sta dimostrando a svuotare i cimiteri e gli ospedali. Ma - conclude - è sempre meglio non infettarsi".

Il Natale 2021 è a rischio causa Covid? "Spererei di no - dice il virologo Massimo Clementi - Se non ci saranno elementi come manifestazioni senza mascherine, e se riusciremo a portare alla vaccinazione almeno la metà di quegli 8 milioni di italiani non vaccinati contro Covid tra gli over 12, e successivamente, vedremo in caso, i bambini con meno 12 anni, potremo veramente raggiungere un obiettivo di copertura della popolazione molto alto. La strategia italiana è insistere sulle prime vaccinazioni e sulle terze dosi, che saranno un elemento che ci accompagnerà nei prossimi 4-5 mesi, visto che potremo fare i richiami dopo i 6 mesi dalla seconda dose, e questo rafforzerà molto il potere immunitario di tutti". Per Clementi "siamo ancora in tempo" per salvare il Natale dallo 'spettro' della quarta ondata e di conseguenti eventuali misure di contenimento.

"Siamo in tempo per fermare un'eventuale ondata di nuovi contagi se ci muoviamo subito e se riduciamo quella quota di persone senza nemmeno una dose di vaccino, che ancora esiste. Abbiamo una situazione invidiabile al momento rispetto ad altri Paesi anche vicino a noi come l'Austria", spiega all'Adnkronos Salute il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. "Quello che possiamo aspettarci è un aumento ridotto dei casi e molti non vaccinati fra questi casi. Inoltre - aggiunge - possiamo aspettarci che i vaccinati, che saranno tra il 10 e il 20% di tutta la quota dei nuovi infetti, non vadano a intasare le strutture sanitarie più di tanto. Quindi il quadro già si prospetta diverso".

"Spererei - auspica l'esperto - che a un certo punto la strategia che abbiamo utilizzato possa invertirla, questa tendenza, come in qualche altro Paese è avvenuto. E' possibile riportare la curva in discesa prima di Natale, perché il virus in questo periodo ha beneficiato anche del fatto che la stagione ha portato un raffreddamento" delle temperature. "Il clima umido lo facilita, stabilizza la sua infettività, ma io confido che, trovandosi di fronte a una popolazione fortemente immunizzata", Sars-CoV-2 "non possa diffondersi più di tanto".

"Mascherina sempre all'interno e all'esterno, via i tamponi dal Green pass e controlli alle frontiere per chi arriva dell'Est Europa". E' questa la 'ricetta' di Massimo Ciccozzi, docente di Statistica medica ed Epidemiologia all'università Campus Biomedico di Roma, per salvare il Natale. "La situazione - dice l'epidemiologo all'Adnkronos Salute - è ancora sotto controllo, soprattutto per quel che riguarda gli ospedali dove siamo sotto le soglie sia per la terapia intensiva che per il ricovero ordinario. Ma l'incidenza aumenta e in Italia spinge molto il Nord-est dove ci sono tanti contagi, però prima di dire che il Natale è a rischio - frena Ciccozzi - aspettiamo di vedere quel che succede a fine novembre perché se, come io spero anche se è solo una speranza, noi dovessimo avere il picco a novembre, è fatta. Certo è che dobbiamo stare attenti, non dobbiamo abbassare la guardia".

La raccomandazione principale dell'epidemiologo è "mettiamoci le mascherine sempre, anche all'esterno perché - sottolinea - lo vediamo quando andiamo a fare lo shopping in centro: la gente si avvicina molto, si accalca, quindi la mascherina è fondamentale. Stavamo andando bene - ricorda Ciccozzi - perché rovinare tutto e finire con qualche lockdown parziale a Natale? Non dobbiamo più tornare a questo. Portiamo la mascherina il più possibile".

E poi "io toglierei prima di Natale i tamponi dal Green pass e lo renderei disponibile solo per i vaccinati" dice Ciccozzi. "Bisogna evitare che ci siano altri tipi di restrizioni anche perché - afferma l'esperto - avremmo un danno commerciale enorme e la gente non ce la fa più. Dobbiamo fare qualcosa". E ancora, sollecita l'epidemiologo, "è fondamentale la sorveglianza con i tamponi all'aeroporto per chi arriva dai Paesi dell'Est che noi non stiamo facendo. Abbiamo molte persone che arrivano da Romania e Bulgaria e che non sono vaccinate perché in quei Paesi i vaccinati non superano il 30% della popolazione, e questo - conclude - ci potrebbe portare altro virus all'interno".

"E' un momento strano, ma dobbiamo uscire da questa attitudine alla facile propaganda, quella che ha portato anche la comunità scientifica ad essere meno credibile. Voglio dire che, per uscire dalla propaganda, dobbiamo evitare nell'immediato di ammiccare al populismo. Tanto poi possiamo sempre dire che da qui a poco il virus imprevedibilmente cambia e ce la prendiamo con altro, ma intanto abbiamo dichiarato. Finiamola di dire 'nessuno tocchi il Natale' o 'sarà un Natale libero', basta. La realtà ci dice che c'è un evidente calo della protezione rispetto alla trasmissione del Covid, che invece rimane intatta rispetto alla gravità della malattia e al decesso". Lo evidenzia all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata.

"Oggi le persone mettono meno la mascherina al chiuso - dice l'esperto - Inoltre mi chiedo: ce la facciamo a vaccinare entro Natale con la terza dose tutti quelli che hanno completato il ciclo vaccinale già da 180 giorni? Assolutamente no, mancano i medici vaccinatori e gli hub vaccinali sono stati ridimensionati. Quindi come facciamo a dire che passeremo un Natale senza rischi? Non è una corretta comunicazione che facciamo ai cittadini".

Per aumentare le vaccinazioni anti Covid "esiste anche un altro modo a cui stiamo ricorrendo poco, ovvero quello del sentimento sociale: io a casa mia a cena un mio conoscente o un mio amico non vaccinato non lo invito. Se tutti quanti cominciassimo a dire che se non sei vaccinato al cenone di Natale non ci vieni, credo che qualche altra vaccinazione si recupererà" dice l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ex assessore alla Sanità della Puglia, ospite a 'TimeLine' su SkyTg24.

Sulla possibilità di intervenire con una stretta sul Green pass, Lopalco suggerisce che "si potrebbe limitare la validità del certificato, ovvero: lo si rilascia solo se o si è avuta l'infezione naturale, quindi se si è guariti dal Covid, o se si è vaccinati o se si ha una esenzione medica".

"Spero che a Natale non ci sia bisogno di arrivare a zone gialle con limiti ai cenoni" dice il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, ai microfoni di 'Un giorno da pecora' su Rai Radio1. "Quello che mi preoccupa sarà lo shopping natalizio: magari bisognerà prevedere dei contingentamenti", propone l'esperto. "Degli elementi e delle ipotesi emergono, come restrizioni sul Green pass e zone rosse chirurgiche in quelli che potrebbero essere dei focolai" di Covid-19. "Sicuramente bisogna prepararsi al peggio - ribadisce il medico - nella speranza di gestire poi una situazione più tranquilla".

Insomma, per il virologo "bisogna 'pre-occuparsi'. Questo colpo di coda - avverte - ovviamente ci sarà e non ce lo toglie nessuno, ma dipenderà molto anche dai nostri comportamenti nel vaccinarsi, rivaccinarsi e mantenere il nuovo galateo dei comportamenti. Fondamentali, negli ambienti chiusi e negli assembramenti all'aperto, le mascherine - ricorda Pregliasco - oltre alla disinfezione delle mani, cose che gli italiani si stanno un po' dimenticando".

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