Creati nuovi anticorpi per contrastare il Covid-19. I ricercatori dell’Università della Calabria e dello spinoff Macrofarm hanno sviluppato in laboratorio una nuova possibile strategia per il trattamento di SARS-CoV-2. A comunicarlo è lo staff dell’Unical in una nota in cui spiega come la terapia si basi “sull’utilizzo di anticorpi sintetici monoclonal type capaci di intervenire prima che il virus infetti la cellula umana”. “Gli anticorpi sintetici, rispetto a quelli biologici - chiariscono i ricercatori dai laboratori dell’Università della Calabria - hanno una maggiore stabilità e versatilità e costi di produzione più contenuti. Inoltre possono essere progettati e ulteriormente ingegnerizzati in funzione della loro applicazione specifica”.
“Il nuovo Coronavirus – dichiarano Francesco Puoci, professore associato del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione e la dottoressa Ortensia Ilaria Parisi, postdoc Unical - aggancia la cellula bersaglio attraverso una proteina, detta proteina spike, che si lega ad uno specifico recettore delle nostre cellule, ACE2. La tecnologia si basa sull’ingegnerizzazione 3D di polimeri a memoria molecolare, che riescono a riconoscere il segmento della proteina spike che si lega al recettore ACE2”.
Sarebbe infatti proprio il recettore ACE2 la porta d’ingresso alle cellule umane che le proteine spike (gli spuntoni che si vedono nelle rappresentazioni del nuovo Coronavirus) riescono a forzare utilizzando come chiave l’unità RBD. Il lavoro è stato già brevettato al fine di poter attrarre l'attenzione di istituzioni e aziende farmaceutiche. Il modello utilizzato ha mostrato la capacità di riconoscere e legare il segmento RBD delle proteine spike bloccandone la funzione e, quindi, impedendo l’interazione tra virus e cellule ospite alla base del processo di infezione.
“Abbiamo lavorato sotto forte stress e a ritmi forzati - afferma Puoci, coordinatore del team - per poter raggiungere tali risultati in termini di sicurezza ed efficacia. La selettività di azione è stata verificata utilizzando la sequenza proteica di un dominio RBD di un altro coronavirus, la Sars, che con il nuovo SARS-CoV-2 condivide più dell’80 per cento del genoma”.
“Abbiamo lavorato con un budget limitatissimo, ottenendo dei risultati davvero incoraggianti per un suo prosieguo - dice Francesco Puoci - i prossimi passi sono la sperimentazione sul virus attivo e poi quella in vivo, con la voglia e la speranza di arrivare fino in fondo”. Il team che ha contribuito allo sviluppo dei nuovi anticorpi sintetici è composto, insieme a Puoci e Parisi, anche dal professor Vincenzo Pezzi, ordinario di Biologia Applicata, e dal dottor Rocco Malivindi, tecnico sociosanitario, che hanno curato gli aspetti biologici della ricerca. Nel team anche il dottorando Marco Dattilo e il borsista Francesco Patitucci.