L'assessore alla Sanità: "Mi auguro che arrivi al più presto una validazione scientifica dalle sperimentazioni che stiamo eseguendo. Dobbiamo puntare a una diagnosi precoce e ad un intervento mirato già dai primi sintomi"
"Stiamo lottando con un virus subdolo e meschino. La nostra arma contro il Covid-19 deve essere il test rapido a tappeto. È fondamentale. Per questo mi auguro che arrivi al più presto una validazione scientifica dalle sperimentazioni che stiamo eseguendo". Lo afferma Alessio D'Amato, assessore alla Sanità alla Regione Lazio in un'intervista al 'Corriere della Sera - Cronaca di Roma'. "Mi riferisco - precisa - a quello che stanno testando lo Spallanzani e i medici di base sulla popolazione di Nerola e a quello che ha iniziato a sperimentare il Policlinico Tor Vergata".
"Come dimostrano i dati siamo la quarta regione d’Italia per numero di tamponi effettuati: oltre 33mila. Ma anche se volessi triplicare lo sforzo - continua D'Amato - con i tempi di lavorazione degli attuali tamponi (otto ore, ndr) impiegheremmo anni a testare tutta la popolazione. Se il test rapido funziona, lo estendiamo a tutti i sei milioni di abitanti del Lazio. La sfida ora si gioca tutta sul territorio. Dobbiamo puntare a una diagnosi precoce e ad un intervento mirato già dai primi sintomi. E soprattutto dobbiamo monitorare le 1.300 persone ancora in isolamento domiciliare".
"A Roma il secondo distretto sanitario è il più colpito, ma in generale tutto il quadrante nord della città - evidenzia D'Amato - Nella Asl Roma 1 l’incidenza è al 43,7 per cento ed è più alta al Flaminio, nel centro storico e anche in zone come Ponte Milvio, Balduina e Monte Mario. E' più bassa per esempio a Montesacro e a Monteverde. L’incidenza più alta si registra a Civitavecchia, nella Asl Roma 4, con una percentuale del 90,7 per cento. Seguono Rieti e Frosinone con il 69,5 e il 65,5. Dove incide il cluster delle case di riposo. Un 'settore' dove forse mancavano i controlli".