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Regioni verso stato d'emergenza

Regioni verso stato d'emergenza
04 novembre 2018 | 16.02
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In Cdm stato d'emergenza per le regioni colpite dal maltempo. Ad annunciarlo è stato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti a Palermo dove, all’obitorio del Policlinico, ha reso omaggio alle nove vittime dell’alluvione di Casteldaccia. Il premier si è poi recato in Prefettura insieme al capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli. "Questa mattina ho deciso di venire qui dopo avere saputo della grave tragedia occorsa in Sicilia e a Casteldaccia in particolare - ha detto il presidente del Consiglio parlando con i giornalisti alla Prefettura di Palermo - E' una tragedia immane essere nella propria casa ed essere travolti dal fango".

"Per le vicende di questi giorni ho già annunciato che la prossima settimana decreteremo lo stato di emergenza per tutte le regioni che l'hanno richiesto - ha poi riferito Conte - Adotteremo i provvedimenti di emergenza e daremo le prime somme necessarie. Le regioni più colpite sono la Sicilia, la Calabria, la Sardegna, il Veneto, le province autonome di Trento e Bolzano, il Friuli Venezia Giulia e il basso Lazio". "Dalle regioni più afflitte le richieste ci sono già pervenute" ha spiegato il premier. "Stiamo esaminando tutte le richieste pervenute e già la prossima settimana faremo un Consiglio dei ministri straordinario perché non era previsto - ha aggiunto - Lo faremo straordinario per decretare lo stato di emergenza. Stiamo facendo una ricognizione per mettere le adeguate risorse".

"La macchina dei soccorsi è intervenuta prontamente - ha detto Conte dopo la riunione in Prefettura a Palermo - non mi stanco di ringraziare la macchina della Protezione civile e di tutti i corpi coinvolti nel soccorso". In Sicilia, ha spiegato, "c'è anche l'Esercito per aiutare a ripristinare la viabilità dopo l'ondata di maltempo". "Bisogna ripristinare al più presto la viabilità e le infrastrutture che sono state messe fuori uso - ha sottolineato - Il governo è concentrato per un'opera di riammodernamento infrastrutturale nazionale, perché c'è un sistema infrastrutturale che denuncia il logorio del tempo e che richiede un piano di investimenti adeguato. Lo stiamo facendo con la manovra di bilancio, abbiamo varato un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria. Occorrerà del tempo, sono investimenti che richiedono tempo per essere attuati a lungo e breve termine ma occorre una adeguata programmazione".

Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, ha proseguito Conte, "abbiamo già messo a disposizione del ministero dell'Ambiente un miliardo, per pervenire a una sicurezza del territorio e anche per proteggere e salvaguardare vite umane. E 59 milioni per l'Autorità di bacino, per regolare i flussi d'acqua". Il premier ha parlato della necessità "di avviare e completare l'opera di ripulitura dei letti dei fiumi, per mettere in sicurezza il sistema idrogeologico. Dobbiamo entrare nell'ottica che la salvaguardia delle vite umane prevale, rispetto ad altri beni pure costituzionalmente tutelati. Molto spesso abbiamo qualche intralcio burocratico perché ad esempio ci sono vincoli paesaggistici nella rimozione di un albero o di ostacoli di questo genere".

Conte prima di lasciare Palermo, come apprende l'Adnkronos, ha chiamato al telefono il governatore siciliano Nello Musumeci. Il presidente del Consiglio e Musumeci si vedranno nei prossimi giorni a Roma. Il presidente della Regione ha sollecitato la dichiarazione dello stato di emergenza per la Sicilia "sia per gli eventi calamitosi delle scorse settimane sia degli ultimi giorni" e ha chiesto a Conte di potere partecipare al Consiglio dei ministri straordinario così come prevede lo Statuto. E da parte di Conte ci sarebbe stata "grande disponibilità". Questa mattina il cerimoniale del premier, come poi ha denunciato Musumeci, avrebbe impedito al governatore di accedere con lui all'obitorio del Policlinico per salutare i familiari delle vittime.

Da Palazzo Chigi spiegano che si è trattato di un disguido occorso anche perché Conte ha deciso di venire in Sicilia all’improvviso, non appena è stato informato della tragedia. Il premier ha prospettato al governatore Musumeci "che potevano incontrarsi in Prefettura, mentre non era opportuno farlo al Policlinico anche al fine di rispettare le richieste di riserbo dei familiari delle vittime". L’ha invitato comunque a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio, fanno sapere, è "sempre disponibile a incontrare i rappresentanti delle istituzioni".

La vicenda ha però degli strascichi. La telefonata di Conte infatti non è bastata. "Un episodio vergognoso - scandisce Musumeci - Il premier mi ha telefonato per tentare di dare una giustificazione a quella disposizione del cerimoniale. Vorrei escludere un diretto coinvolgimento del premier, ma su quella vicenda consentitemi di dire che non ho parole. E' chiaro che o il capo del cerimoniale di Palazzo Chigi o il prefetto hanno mentito. O l'uno o l'altro. Il prefetto mi ha detto personalmente al telefono 'il cerimoniale non concede deroghe'. E' chiaro che di fronte alle 12 vittime ho avvertito il dovere di evitare una reazione che temevo potesse essere anche scomposta in quel contesto".

"Il presidente del Consiglio per due volte è venuto in Sicilia e il presidente della regione lo ha appreso con il massimo del ritardo - aggiunge Musumeci - Non è questo il momento ma pretendo rispetto da tutti, non personale ma per quello che rappresento. Qualcuno dovrà spiegarlo a Roma che in Sicilia si deve venire con il cappello in mano. Chiusa la parentesi e sperando che il prefetto venga allontanato, perché la responsabilità o è del capo del cerimoniale o del prefetto. La condotta del capo della prefettura mi è sembrata assolutamente inadeguata al ruolo".

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