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Cirino Pomicino: "Di Pietro non sa l'italiano, non tangente ma finanziamento"

L'ex ministro Dc replica alle accuse dell'ex pm di Mani Pulite al processo sulla trattativa Stato-mafia

(foto Adnkronos)
(foto Adnkronos)
03 ottobre 2019 | 14.47
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"Macché tangente Enimont, Di Pietro, come è noto, non sa l'italiano. Non si tratta di una tangente, ma di un finanziamento politico alla corrente andreottiana". Arriva a stretto giro di posta la replica di Paolo Cirino Pomicino all'ex pm di Mani Pulite Antonio Di Pietro, che oggi, al processo d'appello sulla trattativa tra Stato e mafia, ha detto che "anche Salvo Lima incassò una tangente Enimont da Raul Gardini, attraverso i Cct che gli girò Paolo Cirino Pomicino. Si trattava di vedere chi quella parte di tangente di provvista di 150 miliardi di vecchie lire li aveva incassati e abbiamo trovato che 5,2 miliardi li aveva incassati Cirino Pomicino, e fu Cirino Pomicino che diede 1,5 miliardi di cct a Salvo Lima".

"Ricordo al signor Di Pietro che io sono stato assolto dall'ipotesi di corruzione nel processo - dice Cirino Pomicino in una intervista all'Adnkronos -. Fu un finanziamento per tutta la corrente andreottiana. Ricordo che venne a casa mia Ferruzzi, e non Gardini, come dice Di Pietro. Anche perché i rapporti con Gardini erano pessimi". "Ferruzzi finanziò l'intera campagna elettorale del 1992. Non solo, girai quelle somme a tutti i deputati della corrente".
In un interrogatorio del 20 novembre 1993 Cirino Pomicino aveva detto ai magistrati: "...La rimanente somma è stata da me distribuita ad altri candidati della Dc della mia corrente ai quali pure non spiegai la provenienza del denaro e significativamente: 1,5 miliardi e mezzo all'onorevole Lima. Infatti incontrai lo stesso in un'occasione di un convegno di Milano nel novembre 1991 e gli dissi che avevo avuto un significativo contributo finanziario per la prossima campagna elettorale di cui avrei consegnato di lì a poco la somma di 1,5 miliardi di lire nelle sue mani, cosa che feci la metà di dicembre del '91 consegnando all'onorevole Lima parte dei titoli ricevuti per un controvalore di 1 miliardo e mezzo. In verità a gennaio 1992 Lima mi restituì alcune cedole pregandomi di farmi io carico diretto della campagna dell'onorevole Nino Lombardo".

"Piuttosto - aggiunge Cirino Pomicino - il signor Di Pietro dovrebbe spiegarci che fine hanno le centinaia di miliardi di vecchie lire dei fondi neri dell'Eni, quando la politica ha ricevuto 15-20 miliardi in tutto come finanziamenti ai partiti. Ecco Di Pietro dovrebbe dire che fine hanno fatto quei fondi, lui che ha indagato...". E poi aggiunge: "Antonio Di Pietro è uno dei responsabili della situazione in cui si trova oggi l'Italia...", conclude Cirino Pomicino.

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