I familiari della donna di Costigliole d'Asti ritrovata cadavere alcune settimane fa hanno fornito alcune precisazioni ai pm. Inventa chat e conversazioni con Elena per andare in tv: denunciato un impresario di 38 anni. Ha spiegato di averlo fatto con la speranza di avere un momento di popolarità nelle trasmissioni che si stavano occupando del caso
I genitori e il cognato di Elena Ceste sono stati sentiti oggi al comando provinciale dei carabinieri di Asti. Lo precisano in una nota i legali della famiglia, Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia, sottolineando che i familiari della donna di Costigliole d'Asti, scomparsa lo scorso gennaio dalla propria abitazione e ritrovata cadavere alcune settimane fa "hanno fornito agli organi inquirenti alcune precisazioni in ordine a circostanze già riferite nel corso delle precedenti deposizioni".
I familiari di Elena hanno rinnovato l'invito al silenzio stampa invitando i mezzi di informazione ad attendere il risultato ufficiale delle indagini in corso. I legali della famiglia in una nota dicono: "Dalla scoperta del corpo di Elena, i genitori e la sorella hanno ritenuto opportuno richiedere il silenzio stampa con il precipuo scopo di stemperare la morbosa attenzione mediatica sul caso e permettere, così, agli organi inquirenti di proseguire le indagini con la massima serenità onde poter giungere finalmente alla scoperta della verità sulla morte di Elena".
"Ciò nonostante - prosegue la nota dei legali - soprattutto nell'ultimo periodo, si sono, al contrario spese molte parole e troppi articoli di stampa assolutamente fuori luogo sulla persona di Elena, aventi, peraltro, anche contenuto tutt'ora coperto da segreto istruttorio. Per porre freno a tali comportamenti, pertanto - si legge ancora - i familiari di Elena hanno deciso di intervenire attraverso la presentazione di denuncia davanti alla competente autorità giudiziaria". Ciò premesso, "viene, pertanto, rinnovato a tutti, ad iniziare dagli operatori dell'informazione, l'invito a rispettare la persona di Elena nonché il dolore dei genitori e della sorella attendendo il risultato ufficiale delle indagini in corso". Stesso invito dei familiari viene rivolto anche al comitato sorto in difesa di Elena.
Intanto, un impresario edile 38enne di Savona, originario di Mola di Bari, è stato denunciato dai carabinieri di Asti per 'false dichiarazioni rese al pm' e 'falsificazione del contenuto di comunicazioni informatiche' nell'ambito del caso Ceste. L’uomo, lo scorso 9 novembre, aveva contattato telefonicamente la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Asti riferendo di avere informazioni importanti sul caso di e proponendosi quale 'super testimone', poiché aveva detto di possedere 'notizie', alcune inedite ed eclatanti, acquisite in passato nel corso di contatti intrattenuti su una chat line con la signora di Costigliole d’Asti scomparsa da casa lo scorso gennaio e ritrovata cadavere alcune settimane fa.
L’impresario era stato, pertanto, invitato a presentarsi presso i carabinieri di Savona, dove sentito aveva fornito ragguagli che già destavano alcuni dubbi circa la loro credibilità. Di seguito, i militari di Asti, lo scorso 14 novembre, nel corso delle preliminari indagini hanno constatato che quanto dichiarato dall’uomo appariva alquanto strano ed incongruente rispetto al quadro investigativo acquisito in dieci mesi di meticolose indagini. Inoltre, da una prima verifica tecnica effettuata sulla chat line citata, hanno verificato che la documentazione informatica prodotta dall’uomo a supporto delle sue dichiarazioni risultava essere artefatta.
Pertanto, gli inquirenti hanno convocato ad Asti il presunto testimone per approfondire le sue dichiarazioni rese ai militari di Savona. Nel corso dell’interrogatorio, durato tre ore, dapprima l’impresario, dicendosi fiero di poter fornire un concreto contributo alle indagini, ha dichiarato di avere avuto, circa un anno fa, contatti via chat con una donna che si era presentata come una 37enne, di nome Elena, e gli aveva detto di abitare a Costigliole d’Asti, di essere la madre di quattro figli e moglie di un vigile del fuoco.
Il rapporto virtuale, secondo il racconto dell'impresario, si sarebbe consolidato nel tempo portando la 37enne ad avere più fiducia nell'uomo, al punto di spingerla più volte a contattarlo telefonicamente e a confidargli particolari anche intimi della sua vita coniugale. Particolari, riferisce ancora l'impresario, che la turbavano profondamente fino a convincerla, anche grazie al sostegno morale dell'uomo, a lasciare definitivamente il marito.
A supporto delle sua storia il 38enne ha mostrato ai carabinieri una documentazione fotografica dei presunti messaggi ricevuti in chat dalla donna, dicendo di essersi deciso a portarla all’attenzione degli inquirenti dopo il ritrovamento del cadavere.
Messo però alle strette di fronte alle sue evidenti contraddizioni, l'uomo ha ammesso di essersi inventato tutto, spiegando di averlo fatto con la speranza di avere un momento di popolarità nelle trasmissioni televisive che si stavano occupando del caso e che aveva già contattato. L'imprenditore è stato quindi denunciato per 'false dichiarazioni rese al pm' e 'falsificazione del contenuto di comunicazioni informatiche'.