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Caos procure, Mattarella convoca elezioni Csm

Fissate a ottobre per "voltare pagina". Lotti intercettato: "A Ermini qualche messaggio va dato", il passaggio nell'atto con cui il procuratore generale della Corte di Cassazione ha avviato l'azione disciplinare a carico dei 5 consiglieri del Csm. Nell'atto del pg, gli incontri tra magistrati e politici per discutere della nomina alla Procura di Roma. Lotti si difende: "Fango su di me"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)
13 giugno 2019 | 13.50
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Elezioni suppletive per sostituire i due membri togati del Csm dimissionari, Luigi Spina e Antonio Lepre, rappresentanti della componente dei pm, in quanto non sostituibili con i primi dei non eletti, per "voltare pagina, restituendo alla magistratura prestigio e fiducia" incrinati per le vicende delle ultime settimane. E' questa la motivazione alla base della decisione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha indetto le elezioni suppletive per i prossimi 6 e 7 ottobre dopo il caso procure.

Per il Capo dello Stato si tratta di un primo passo, al quale ne dovranno e ne potranno seguire altri, come ad esempio la modifica dei criteri di scelta dei membri del Csm. Proprio per questo, fanno notare fonti qualificate del Quirinale, Mattarella ha preferito indire le elezioni suppletive, "doverosamente" come recita il comunicato ufficiale del Colle, e non procedere allo scioglimento immediato del Consiglio. Questo infatti avrebbe comportato nuove elezioni con i criteri attuali, in contrasto con la volontà espressa da diverse parti politiche di arrivare ad un cambiamento delle procedure elettorali. In ogni caso occorreva dare subito un segnale, per restituire alla magistratura quella fiducia e quel prestigio incrinati dalle vicende emerse nelle ultime settimane. Considerazioni che il Presidente della Repubblica ha condiviso con i vertici del Csm e con il ministro della Giustizia, con i quali è stato ed è in continuo contatto.

LOTTI INTERCETTATO - "Però qualche messaggio gli va dato forte". Questo uno dei passaggi delle intercettazioni dell'ex ministro Luca Lotti per il caso procure, contenute nell'atto di incolpazione con cui il procuratore generale della Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio, ha avviato l'azione disciplinare a carico dei 5 consiglieri del Csm. Il riferimento di Lotti è al vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini, durante la riunione del 9 maggio scorso alla quale hanno partecipato con lui Cosimo Ferri, Luca Palamara e i consiglieri del Csm. Le intercettazioni sono contenute nell'atto di incolpazione con cui il procuratore generale della Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio, ha avviato l'azione disciplinare a carico dei 5 consiglieri del Csm. In una delle intercettazioni, uno dei cinque consiglieri destinatari dell'azione disciplinare - Corrado Cartoni - diceva a Palamara: "Ho problemi con Ermini, ci ho litigato".

Secondo quanto si legge nell'atto di incolpazione, "appare di cristallina evidenza" la "non casualità" della riunione del 9 maggio tra magistrati e politici per discutere della nomina del capo della procura di Roma, e la "preventiva sicura consapevolezza, in capo a tutti i consiglieri presenti della presenza di Luca Lotti".

Per il procuratore generale della Cassazione Fuzio, la riunione sarebbe stata "perfettamente programmata" e ciascuno dei componenti "sapeva esattamente e preventivamente chi sarebbe intervenuto e di cosa si sarebbe discusso". E in tale riunione "furono stabiliti accordi e 'deliberati' in dettaglio strategie, modalità e tempi della pratica inerente la nomina del futuro procuratore della Repubblica di Roma".

Il comportamento dei consiglieri "appare certamente idoneo a influenzare in maniera occulta l'attività funzionale dell'Organo di autogoverno, in ragione del dirimente rilievo che, alla programmata riunione in questione, sono stati non solo invitati soggetti completamente estranei all'attività consiliare ma, di più - rileva ancora il pg - ne è stato accettato e recepito il contributo consultivo, organizzativo e decisorio anche in relazione a una pratica (nomina del procuratore della Repubblica di Roma), di diretto e diverso interesse personale per almeno due di essi".

Ma non solo. Le intercettazioni emerse dall'inchiesta di Perugia a carico di Luca Palamara, secondo Fuzio dimostrerebbero tra l'altro "un'attività propalativa" del consigliere Cartoni "ai soggetti estranei, in particolare a Luca Lotti, di fatti e circostanze inerenti i suoi rapporti con il vicepresidente del Csm, nonché la sua specifica funzione di componente della sezione disciplinare". "E ciò non senza esimersi - sottolinea l'atto - dal rilevare come tali propalazioni abbiano lambito addirittura il segreto della Camera di Consiglio".

In un'altra intercettazione riportata nell'atto, Gianluigi Morlini, togato dimissionario, ex presidente della commissione per gli incarichi direttivi, si riferiva, in una riunione con altri consiglieri coinvolti e con Luca Palamara, Luca Lotti e Cosimo Ferri, alla discussione sul voto, che sarebbe avvenuta di lì a qualche giorno, sui candidati per la nomina a procuratore capo di Roma: "Noi - si legge - contattiamo Creazzo e gli diciamo... Peppe guarda che qui noi ti possiamo votare ci sono cinque voti nostri e magari un laico ma tu qua perdi, che si fa?". Morlini in quella circostanza, rileva il pg, "attribuisce a sé stesso l'intenzione di voto in favore del candidato Creazzo, come poi sarebbe avvenuto nella seduta della commissione del 23 maggio successivo".

LE AZIONI DISCIPLINARI - Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede ha firmato stamane la richiesta di procedura disciplinare nei confronti dei consiglieri del Csm già autosospesi Corrado Cartoni e Paolo Criscuoli, oltre che nei confronti dei già dimessi Luigi Spina, Gianluigi Morlini e Antonio Lepre, che dopo essersi autosospeso nei giorni scorsi, si è dimesso stamane dal Csm.

"Il Guardasigilli, condividendo a pieno il provvedimento del procuratore generale della Corte di Cassazione, ha avanzato ulteriori contestazioni - si legge in una nota - e continua a muoversi nel solco di quella compattezza delle istituzioni che ha promosso fin dall’inizio della vicenda che sta investendo il Csm".

"Il ministero ha valutato che poteva esserci una fattispecie in più di contestazione relativa alla scorrettezza che, secondo noi, si può contestare rispetto agli stessi fatti che ha valutato la Procura generale". Ha poi sottolineato Bonafede, illustrando le ragioni della richiesta di procedura disciplinare. "Il principio - ha detto - è che la Procura generale e il Ministero della Giustizia stanno lavorando praticamente all'unisono, perché entrambi questi organi hanno la possibilità di avviare la procedura disciplinare. Ieri era stata avviata dalla Procura, il Ministero ha valutato che poteva esserci una fattispecie in più di contestazione che è relativa alla scorrettezza che, secondo noi, si può contestare rispetto agli stessi fatti che ha valutato la Procura generale. Questo poi verrà valutato è verificato nel dettaglio".

LEPRE SI DIMETTE - ''Respingo con fermezza ogni paragone o accostamento a chi si è reso responsabile di attività illecite o trame occulte e sottolineo di aver sempre agito nell’interesse dell’Istituzione, tentando di realizzare, fin dall’inizio del mio impegno consiliare, quanto promesso in campagna elettorale''. Lo sottolinea il consigliere del Csm Antonio Lepre, nella lettera in cui annuncia le sue dimissioni al vicepresidente del Csm David Ermini.

FORZA ITALIA: "CSM VA SCIOLTO" - Forza Italia chiede intanto lo scioglimento del Csm. ''I gravi elementi che stanno emergendo in ordine al funzionamento e alla formazione del Csm -si legge in una nota diffusa alla stampa mentre è in corso il Comitato di presidenza di Fi a palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi- conferiscono un’immagine fortemente negativa ad un organo di rilievo costituzionale dalle funzioni delicatissime. Questo conferma in modo clamoroso quello che Forza Italia denuncia da anni: la politicizzazione e il correntismo all’interno dell’ordine giudiziario hanno condizionato e condizionano pesantemente l’attività di giurisdizione a tutti i livelli, svilendo il lavoro prezioso che tanti magistrati onesti e corretti svolgono ogni giorno lontano dai riflettori nell’interesse esclusivo della collettività".

"Si impone dunque -avverte la nota- una riforma profonda dell’ordinamento giudiziario, i cui criteri abbiamo più volte enunciato, per garantire l’imparzialità dei giudici ela parità di condizioni fra accusa e difesa che realizzino finalmente 'il giusto processo'. Nelle more, l’attuale Csm è gravato da ombre troppo serie per poter svolgerela sua funzione con la necessaria autorevolezza e imparzialità. Ci rivolgiamo dunque al capo dello Stato, massimo garante delle regole democratiche, con un rispettoso ma accorato appello affinchè proceda al più presto allo scioglimento del Csm''.

"Nello stesso tempo sosterremo con forza in sede parlamentare la proposta di una Commissione di inchiesta su quanto è accaduto e sta accadendo nel Consiglio Superiore. Chiederemo nei prossimi giorni al presidente della Repubblica un’udienza per manifestargli, anche proprio nella sua qualità di presidente del Csm, le nostre preoccupazioni e l’urgenza di un intervento all’altezza della gravità della situazione", conclude la nota.

Sul caso interviene anche Silvio Berlusconi: "La situazione attuale impone una profonda riforma dell'ordinamento giudiziario" e "noi di Forza Italia chiederemo udienza al Capo dello Stato Mattarella" per esporre le nostre preoccupazioni e ottenere lo "scioglimento del Csm. Chiederemo anche una commissione di inchiesta in Parlamento", annuncia Berlusconi al termine del Comitato di presidenza di Forza Italia a Palazzo Grazioli.

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