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Conigli, criceti e il 'micidiale' gatto, boom di allergie ai 'pet'

In Italia il 10% delle persone allergiche lo è agli animali domestici. Chi possiede un cane rischia meno. Gli esperti raccomandano, ai primi sintomi di rinite o asma è necessario rivolgersi a uno specialista

(Infophoto) - INFOPHOTO
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14 novembre 2014 | 17.26
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Con l'aumento degli animali in casa, crescono anche le allergie. Soprattutto in questi mesi rispetto a quelli più caldi, perché si sta più al chiuso e la nostra esposizione agli allergeni è maggiore. Il 10% del totale degli allergici lo è agli animali domestici: al primo posto il gatto, che fa starnutire almeno un 5% di allergici e che provoca sintomi importanti; il cavallo, nonostante riguardi meno dell'1% della popolazione allergica, e il coniglio. Il cane invece, nonostante sia uno degli animali domestici più presenti nelle nostre case, in proporzione, dà problemi di gran lunga minori, sia per quantità che per gravità, rispetto al gatto, arrivando a interessare 'appena' il 3-4% della popolazione allergica.

Le 'pet-allergie' sono uno dei temi affrontati a Genova, al Congresso nazionale dal titolo 'Highlights in Allergy and Respiratory Diseases', organizzato da Giorgio Walter Canonica, ordinario della Clinica di malattie respiratorie nell'Università del capoluogo ligure. Il meeting punta l'attenzione sulle malattie allergiche e respiratorie, sia sul campo allergologico che nel campo pneumologico, analizzando i cambiamenti delle malattie e discutendo sulle nuove terapie in arrivo.

Aumenti considerevoli di allergie si sono verificati negli ultimi anni per conigli e criceti. Per gatti e cani nonostante esistano vaccini appositi, in generale si consiglia di evitare la 'convivenza'.

"Spesso una persona non ci pensa perché è sempre stata abituata a convivere con gli animali domestici - spiega Giovanni Passalacqua del dipartimento di Medicina interna e specialità mediche di Genova - ma i problemi iniziano quando i sintomi diventano complicati, come rinite grave e asma. A quel punto si richiede l'intervento di uno specialista, ma potrebbero verificarsi anche casi da trattare con urgenza. E' anche possibile però - conclude - che una persona non abbia sintomi per un lungo periodo della sua vita, e poi si verifichino in maniera inaspettata e dirompente".

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