Mariella Fanfarillo, madre di Olimpia, racconta all'Adnkronos l'episodio accaduto durante il concerto dei Gem Boy. Lo spettacolo è stato interrotto e la cantante si è pubblicamente dissociata dal palco. Luxuria: "Battute fuori luogo e fuori tempo". Cristina D'Avena: "Mi scuso con Vladimir"
''Luxuria è invidiosa di Lady Oscar perché ha la spada più lunga della sua''. La frase pronunciata dal palco da un componente dei Gem Boy ieri a Cerveteri in concerto con Cristina D'Avena ha scatenato la protesta della mamma di una ragazza trans che stava assistendo allo spettacolo, che ha così deciso di denunciare pubblicamente il fatto. "Ieri sera a Cerveteri, nel corso di un concerto di Cristina D'Avena e dei Gem Boy, durante uno sketch, uno del gruppo, parlando dei personaggi delle canzoni, ha detto che Vladimir Luxuria sarebbe invidiosa di Lady Oscar perché ha la spada più lunga della sua - ha raccontato all'Adnkronos Mariella Fanfarillo, mamma di Olimpia, seconda minore in Italia a fare la transizione di genere a 17 anni, che al fianco della figlia ha condotto una lunga battaglia -. Dal momento che io ho una figlia trans non riesco a stare zitta di fronte a queste cose. Ho cercato di parlare con qualcuno dello staff e ci ha colpito l'insensibilità di varie persone che non hanno capito la gravità della battuta e del messaggio lanciato".
"A quel punto lo spettacolo è stato interrotto e Cristina D'Avena dal palco si è dissociata da quella battuta - ha proseguito Fanfarillo -. Il frontman si è giustificato dicendo che questa battuta gli era stata avallata da un suo collaboratore gay e ha palesato il suo amore per il mondo Lgbt. Inoltre ha chiesto scusa a Cristina D'Avena per non averla messa al corrente del copione. Voglio sottolineare che le nostre rimostranze sono state accolte con totale leggerezza. Questi spettacoli sono frequentati da bambini e adolescenti e quando una persona è sul palco è responsabile dei messaggi che lancia - ha concluso -. Le parole hanno un peso e non ce ne rendiamo conto".
LUXURIA - Commentando quanto avvenuto ieri sera, Vladimir Luxuria spiega all'Adnkronos: "Io trovo che sia fuori luogo e fuori tempo fare ancora queste battute così grevi e scontate. Fuori luogo perché davanti a una platea di bambini e famiglie che erano lì per ascoltare un concerto e non frasi del genere e fuori tempo perché non è più tempo di usare la sessualità altrui come insulto. Mi auguro che Cristina D'Avena faccia sentire la sua voce".
CRISTINA D'AVENA - "Chiedo scusa a Vladimir per la battuta infelice di Carlo del tutto estemporanea che mi ha lasciata interdetta e dalla quale mi dissocio totalmente. Conosco e stimo Vladimir Luxuria, la contatterò personalmente". Cristina D'Avena, conversando con l'Adnkronos, prende le distanze dalla battuta del componente dei Gem Boy. "Una battuta estremamente infelice ed estemporanea perché - sottolinea la D'Avena - nei miei show abbiamo una scaletta musicale ma non un copione, e quando l'ho sentito pronunciare quella frase, sono rimasta basita e l'ho guardato malissimo".
La D'Avena racconta che subito dopo la sigla di 'Lady Oscar', "ho saputo che tra il pubblico c'era Olimpia, una ragazza di 17 anni che ha avviato il percorso di transizione di genere, con la sua mamma (Mariella Fanfarillo, ndr). Ho interrotto lo show, Carlo ha chiesto scusa e io ho parlato scusandomi pubblicamente per quella battuta infelice, un vero scivolone. Anche perché - sottolinea la cantante - tutti conoscono le mie posizioni sui gay: io ho sempre difeso la comunità, amo il mondo gay, vado alle loro manifestazioni, ho cantato la sigla del Pride di Padova (dal titolo 'L'estate migliore che c'è', ndr) e sono molto amata da loro perché le mie canzoni sono 'colorate' e piene di personaggi che giocano con i travestimenti. Ho anche rapporti personali con ragazzi che hanno fatto percorsi come quello di Olimpia, che alla fine del concerto è venuta nel backstage e abbiamo parlato. Per questo mi sono molto arrabbiata con Carlo e lo avverto: 'non fare mai più una battuta del genere perché la prossima volta ti butto giù dal palco'", conclude la D'Avena.