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Azzolina: "Sabotaggio da chi non vuole che scuola riparta"

"Riapriranno anche se nel sindacato c'è chi rema contro"

foto Palazzo Chigi
foto Palazzo Chigi
21 agosto 2020 | 07.43
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“E’ in atto un sabotaggio da parte di chi non vuole che la scuola riparta”. Lo sostiene la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, rilanciando l’allarme di Conte che un mese fa aveva parlato di “inaccettabile ricatto del sindacato che minaccia di paralizzare la ripresa scolastica”. In un’intervista a Repubblica, tuttavia, la ministra dell’Istruzione ribadisce che la decisone di riaprire le scuole a settembre resta tale, aggiungendo che "tutti ci auguriamo che i dati migliorino. Dipende dai comportamenti. È una questione di responsabilità: individuale e collettiva. Gli esami di Stato si sono svolti in sicurezza, nessun ragazzo si è ammalato. I nuovi contagi sono avvenuti in vacanza, non a scuola”.

“Bisogna rispettare le regole – prosegue Azzolina -. Un metro di distanza. Se non ci sono le condizioni, nel rapporto spazio/numero di studenti, bisognerà usare le mascherine. Ne daremo 11 milioni al giorno. Nulla vieta poi che il dirigente scolastico disponga – solo per la secondaria di secondo grado – la didattica a distanza per alcuni gruppi. Non c’è la scuola, ci sono le scuole: ogni situazione è diversa e l’autonomia dei dirigenti molto ampia”.

"Quanto alla quarantena degli studenti positivi e quindi dei loro genitori, mi piacerebbe che si studiassero modi per incentivare la funzione di cura da parte degli uomini, la turnazione. Le donne sono state le più penalizzate, anche nel lockdown, e siamo tutti d’accordo che non possa passare dall’emergenza il ritorno a vecchi schemi, la retorica degli angeli del focolare”.

"Tornando ai “sabotatori - precisa Azzolina -, ho collaborato io stessa con un sindacato della scuola fino al 2017. Non c’è dubbio però che in questo ruolo mi sia trovata di fronte a una resistenza strenua al rinnovamento. Non è un mistero che i sindacati siano contrari al concorso con prova selettiva: vorrebbero stabilizzare i precari, immissione in ruolo per soli titoli. Ma sa la sorpresa qual è? Per 80 mila posti sono arrivate in totale 570mila domande. Di queste solo 64 mila sono di docenti con almeno 36 mesi di servizio. Le altre 506 mila sono di neolaureati o giovani docenti. I precari hanno diritti acquisiti, ma i giovani hanno diritto di accesso. I concorsi sono indispensabili. Formazione del personale e digitalizzazione passano anche dall’immissione di energie nuove nella scuola".

I concorsi, dice, si svolgeranno “la prima settimana di ottobre con quello straordinario, con una sola prova. A seguire l’ordinario, con la prima prova preselettiva, visto il numero di domande. Le istanze in campo sono moltissime, tutte legittime, e la volontà di accoglierle, fin dove possibile, assoluta. Ciò che non è ammissibile sono atteggiamenti che mirano a conservare potere e rendite di posizione nell’interesse non di tutti ma di alcuni. Molti dirigenti scolastici mi raccontano di diffide che ricevono in questi giorni, poi le minacce di sciopero, di richieste in massa di aspettativa: viviamo un momento in cui come mai prima dobbiamo collaborare. Io sono dalla parte della scuola. Vorrei tornarci avendo fatto il possibile per migliorare quel che ho trovato".

Dei banchi con le ruote, dice ancora la ministra, “si parla moltissimo a sproposito. La disinformazione è capillare e temo, strumentale a seminare incertezze e paure. Abbiamo comprato due milioni di banchi tradizionali e 450mila con le ruote su precisa richiesta dei dirigenti. Il commissario Arcuri ha curato la gara: sono stati stanziati 300 milioni. Non sono indispensabili. Sono molto migliorativi, però: sono più piccoli, funzionali, moderni. Favoriscono la didattica di gruppo, non frontale. Non ci trovi sotto il chewingum di tuo nonno. Arredi nuovi inducono a prendersene cura, come sempre si dovrebbe".

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