Per l'ex leader di Forza Nuova scatta l'obbligo di dimora nel Comune di Roma. Il pm: "Si procede per delitti contro l'ordine pubblico e la pubblica amministrazione"
A un anno dall'assalto alla sede della Cgil il Tribunale di Roma, I sezione dibattimentale, ha aggravato la misura alla quale già era sottoposto Giuliano Castellino. All'ex leader di Forza Nuova oggi alla guida di Italia Libera, insieme alla misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato applicato l'obbligo di dimora nel Comune di Roma. Gli è stato inoltre prescritto di non allontanarsi, senza autorizzazione del Tribunale, dal territorio del Comune di Roma e dalla propria abitazione nella fascia oraria compresa tra le 19 e le 7 del mattino. Il motivo? "Perché in un blog ho definito quelli della Digos bugiardoni", dice Castellino. Ma all'origine della richiesta del pm, che nei confronti dell'ex Forza Nuova aveva chiesto gli arresti domiciliari, ci sono in realtà diverse ragioni. Tra queste, come apprende l'Adnkronos, l'aver usato le espressioni "bugiardo" e "buffone" nei confronti dei pubblici ufficiali che avevano testimoniato contro di lui un mese fa e la pubblicazione, nei giorni immediatamente precedenti alla manifestazione programmata per il 10 settembre scorso in piazza San Giovanni, di alcuni post sul blog "Italia Mensile", nei quali Castellino preannunciava la sua partecipazione alludendo in particolare a comportamenti non corretti delle forze dell'ordine.
Non solo. Il 5 ottobre scorso, sullo stesso blog Italia Mensile, Castellino pubblicava un documento nel quale si leggeva: "Cgil e Landini becchini dei lavoratori", in riferimento agli accadimenti nel 9 ottobre 2021, aggiungendo in relazione alla manifestazione di oggi del sindacato: "a Roma sarà il festival dei becchini, i becchini con lo straccio rosso del sindacato dei padroni, dei padrini quelli in divisa e quelli in doppio petto. Landini dovrebbe, dopo un anno, vergognarsi, per esser accanito contro i dissidenti, facendo il gioco di Procura e Questura, sostenendo i Mastro Titta della Digos romana".
Come scrive il giudice, "si procede per delitti contro l'ordine pubblico e la pubblica amministrazione e queste comunicazioni effettuate sul web nonché l'atteggiamento ingiurioso tenuto in una pubblica udienza, e dunque in un contesto anch'esso istituzionale, alla presenza di più persone e nei con fronti di rappresentati delle istituzioni che avevano svolto l'ufficio del testimone nel processo penale a carico dell'imputato, appaiono sintomatiche della sussistenza del concreto pericolo di reiterazione da parte del Castellino delitti della stessa indole di quelli per cui si procede rilevato che si è in presenza di comportamenti realizzati all'indomani della attenuazione del regime cautelare, (nella specie l'applicazione della misura dell'obbligo di presentazione alla P.G. disposta in sostituzione della misura degli arresti domiciliari che era stata accompagnata dal divieto di comunicazione con persone estranee al nucleo familiare convivente proprio al fine di scongiurare esternazioni che costituissero un viatico di istigazione alla insubordinazione". (di Silvia Mancinelli)