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Assalto a Cgil, la sentenza: Castellino condannato a 8 anni e 7 mesi, Fiore e Aronica a 8 anni e mezzo

Proteste in aula alla lettura della sentenza e il grido "mo famo la guerra"

L'assalto alla Cgil
L'assalto alla Cgil
20 dicembre 2023 | 14.38
LETTURA: 4 minuti

Condannati a otto anni e mezzo di reclusione il leader di Forza Nuova Roberto Fiore e l’ex Nar Luigi Aronica e a otto anni e 7 mesi Giuliano Castellino. Questa la sentenza dei giudici della prima sezione penale di Roma nel processo per l’assalto alla sede della Cgil avvenuta nel corso della manifestazione ‘no green pass’ del 9 ottobre del 2021. Condannati anche gli altri imputati Salvatore Lubrano, a 8 anni e due mesi, come Luca Castellini, Lorenzo Franceschi e Pamela Testa.

Subito dopo la lettura della sentenza in aula sono esplose le proteste di famigliari e amici degli imputati che hanno gridato 'mo famo la guerra'. Applausi di scherno, grida 'vergogna' e braccia alzate con il saluto romano sono stati rivolti da alcune persone presenti tra il pubblico in aula verso la corte.

Fiore: "Sentenza politica"

"Nonostante abbiamo dimostrato che vi è stata una infiltrazione esterna, che era stato detto il falso a proposito della manifestazione concessa, che non abbiamo fatto nulla in quella manifestazione, oggi il Tribunale di Roma ha deciso una sentenza politica che ha come obiettivo il bloccare Forza Nuova". Così Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, commenta all'Adnkronos la condanna per l’assalto alla sede della Cgil.

"Tutto questo - sottolinea - in un momento in cui il grande mondo dell'anti green pass e tantissimi italiani che non si riconoscono più nel centro destra e cercano un movimento che più li rappresenti. Alla luce di questo, oggi noi decidiamo di presentarci alle elezioni europee".

Castellino: "Ricorreremo in appello"

"Davanti a un dispositivo del genere - afferma Giuliano Castellino, ex leader di Forza Nuova e tra i fondatori del movimento Ancora Italia all'Adnkronos - non posso che ridere. Si decide sulla vita delle persone con condanne significative, dopo una camera di consiglio durata appena 15 minuti, come se la sentenza fosse già scritta. Una sentenza politica, certo, che mira a criminalizzare e a soffocare il dissenso, soprattutto in un momento storico in cui l'Italia sta andando a fondo".

"Il segnale è stato dato, forte e chiaro - ribadisce - chi osa alzare la testa, viene ghigliottinato". E sui saluti romani, alla lettura della sentenza, dice: "Rispetto a quello che è successo oggi in tribunale, con l'ennesima vittoria del deep state, sono la cosa più bella che abbia visto. E io non l'ho fatto, perché sto su altre posizioni, ma sono sicuramente meno brutti rispetto a un giudice che ci mette un quarto d'ora a dare otto anni a gente che chiaramente in nessun video ha fatto ciò che gli si contesta. Non parlo di me, che sono brutto e cattivo, parlo di Luca Castellini, condannato a otto anni e due mesi pur limitandosi unicamente a sventolare la bandiera". Quindi Castellino annuncia: "Ovviamente ricorreremo tutti in appello. La battaglia giudiziaria non finisce, come non finisce la nostra battaglia ideale per la libertà".

Landini: "Sentenza conferma matrice fascista"

“La sentenza di condanna odierna del Tribunale Penale di Roma per l’assalto alla sede della Cgil dell’ottobre 2021 nel processo nei confronti degli imputati principali - afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini - conferma, dopo l’audizione di decine di testimoni e le recenti condanne pronunciate dalla Corte penale d'Appello a carico di coimputati, che quell’azione non fu un semplice episodio di generica violenza di matrice fascista, bensì un vero e proprio assalto alla casa dei lavoratori e al sindacato che li rappresenta”.

“Un’azione - prosegue il numero uno del sindacato di corso d’Italia - coordinata dai leader di Forza Nuova, oggi condannati, che cavalcando la protesta contro i provvedimenti emergenziali del Governo in seguito all’epidemia del Covid-19, hanno portato parte dei manifestanti all’assalto della Cgil quale simbolo democratico, provocando gravi disordini e la devastazione della sede nazionale”.

“L’impianto accusatorio che ha contestato il reato di devastazione e saccheggio, costruito con grande impegno dalla Procura della Repubblica di Roma, dimostra oggi fedelmente quanto accaduto, come la Cgil ha sempre sostenuto anche costituendosi parte civile nel processo”, conclude Landini.

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