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Arcuri: "Virus ancora tra noi, evitare decisioni frettolose"

Il commissario straordinario per l'emergenza: "Per la prima volta più ventilatori che ricoverati in terapia intensiva"

(Fotogramma)
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21 aprile 2020 | 12.14
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"Oggi inizio la conferenza stampa con due numeri: 2573 gli italiani ancora ricoverati in terapia intensiva e 2659 i ventilatori e le apparecchiature che servono nelle terapie intensive a combattere questo virus e a salvare le vite dei nostri concittadini. Ieri, per la prima volta, sono stati più i ventilatori che i ricoverati in terapia intensiva". Lo ha detto il commissario per emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, nel punto stampa di oggi.

"Dovremo presto costruire una rete dei Covid Hospital", ha evidenziato, aggiungendo che bisogna "rafforzare tutte le strutture sanitarie territoriali dedicate ai ricoveri dei contagiati dal coronavirus". "I numeri stanno iniziando a confortarci - ha sottolineato Arcuri - oggi possiamo dire con orgoglio che abbiamo attrezzato il Ssn di una quantità di strumenti da ieri superiori a quelli che servono per fronteggiare l'emergenza, questo ci dà maggiore forza per andare avanti. Immagini di Pronto soccorso anche nei paesi più colpiti dove non ci sono più infinite file di persone che implorano assistenza ci danno forza, conforto e speranza".

Ma "non dobbiamo abbandonare cautela e prudenza - ha avvertito - il virus è ancora tra noi. E' un po' più contenuto, un po' meno forte, ma non è sconfitto né allontanato. Dobbiamo spendere una parola per sottolineare anche noi, come il presidente del Consiglio e i ministri, che non bisogna prendere nessuna decisione frettolosa, bisogna essere ancor più consapevoli e responsabili".

TAMPONI - "L'Italia è il primo Paese al mondo per tamponi fatti rispetto al numero di abitanti" ha detto Arcuri. Il commissario ha ricordato i tamponi effettuati a ieri, sottolineando che "si tratta di 500% tamponi in più di un mese fa".

MASCHERINE - Riguardo alla distribuzione di mascherine, "le Regioni riescono a metterne da parte una quota, che ieri ammontava a 40,3 mln, che servirà per fronteggiare picchi di domanda o rigurgiti di emergenza. Ormai l'argomento mascherine ha lasciato il passo a ulteriori questioni, continuiamo una massiccia e costante distribuzione". Secondo Arcuri sulla questione poi del prezzo massimo delle mascherine "siamo prossimi a una soluzione. Confido che in qualche giorno il problema del prezzo massimo delle mascherine non ci sarà più".

APP PER IL CONTACT TRACING - Il commissario ha parlato anche dell'app per il tracciamento. "L'alternativa alla mappatura tempestiva dei contatti è semplice - ha messo in chiaro - le misure di contenimento non potrebbero essere alleggerite e noi dovremmo continuare a sopportare i sacrifici di queste settimane, privandoci di quote importanti della nostra libertà".

"Ho letto che avremmo in testa di rendere obbligatorio l'utilizzo dell'app per il contact tracing, fornendo quindi una sorta di lasciapassare solo a chi scarica questa app. Se non fossimo tutti protagonisti di una tragedia dovrei rispondere che è davvero una farsa immaginare che chi la scarica esce e chi non la scarica resta a casa", ha evidenziato Arcuri, ribadendo che "la app sarà e resterà volontaria, noi cercheremo con forza e in ogni forma di spiegare agli italiani che la partecipazione e l'utilizzo della stessa è sinonimo di generosità verso se stessi e verso gli altri e fenomeno di comunità, perché significa aiutare a fronteggiare meglio l'emergenza".

"I lasciapassare - ha sottolineato - li lasciamo ad altre stagioni della nostra esistenza che non meritano di essere ricordate". Arcuri ha inoltre precisato che la app risponderà a due requisiti fondamentali: "La sicurezza e la privacy". "Immaginare che queste informazioni siano allocate in un server non in Italia e non pubblico non è compatibile con i requisiti di sicurezza. La riservatezza dei dati è un diritto inalienabile. Nulla accadrà se non nel totale rispetto delle leggi sulla privacy nazionale e sovranazionali: sicurezza e libertà, infrastruttura pubblica e tutela della privacy".

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