Per fortuna che mamma c'è. E questa non è stata con le mani in mano. Ha visto suo figlio lavorare come animatore turistico, scrive su Change.org, "con un contratto 'vergognoso' a 300 euro al mese più vitto e alloggio con un'agenzia con sede a Lugano" e venire pagato, dopo tre anni solo la metà. Si è arrabbiata, ha ritrovato tutti gli altri ragazzi, ex colleghi di suo figlio e quelli delle passate stagioni, 140 in tutta Italia, creando un gruppo su Facebook. Ha lanciato una petizione, raccogliendo in pochissimo tempo quasi 15mila firme, e ora sta cercando di iniziare una causa contro, scrive, "questa società svizzera che non risponde più nemmeno al telefono".
Per aiutarlo aveva fatto di tutto. Aveva anche pagato "il viaggio di andata e ritorno" verso il villaggio in Basilicata, dove era stato preso come insegnante di tiro con l'arco, e gli "extra per un totale di 400 euro". Pensava potesse essere un trampolino di lancio per il ragazzo che ai tempi, nel 2012, aveva 23 anni. Lui non si era risparmiato. "È partito a fine maggio, dove lui e altri 'animatori' hanno lavorato 12 ore al giorno per pulire la struttura, rifare il teatro e imbiancare le pareti - scrive sulla petizione - . Poi quando sono arrivati i villeggianti ha iniziato a fare il lavoro che gli era stato assegnato, sempre 12 ore al giorno", a fare animazione, "a insegnare sport, a ballare e a recitare nei vari spettacoli serali con solo 30 minuti per mangiare e una giornata a settimana di riposo".
Immaginate come c'è rimasta la mamma quando si è resa conto che i soldi per il figlio tardavano ad arrivare. "Nel contratto era previsto il pagamento dell'intero periodo di lavoro, 4 mesi, dopo 30/60 giorni dalla data del rientro a casa - scrive su Change.org -. Ad oggi, sono passati tre anni, l'agenzia ha pagato solo la metà dell'importo dovuto a mio figlio e solo qualche decina di ragazzi... poi il nulla".
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