Processo fissato per il prossimo 3 giugno
Rinviato a giudizio il professore Luca Richeldi, primario di pneumologia del Policlinico Gemelli di Roma, accusato di violenza sessuale ai danni di una paziente. In apertura dell’udienza preliminare è stata resa nota la decisione del presidente del tribunale che non ha accolto la richiesta di astensione del gup avanzata dai difensori del medico. Negli scorsi mesi il giudice aveva già respinto due richieste di patteggiamento, ritenute non congrue. Oggi il gup ha disposto il rinvio a giudizio per il professore fissando il processo davanti alla prima sezione penale per il prossimo 3 giugno. In tribunale era presente anche la parte offesa, assistita dall’avvocata Ilenia Guerrieri.
“Riteniamo che oggi sia stato compiuto un passo importante che dimostra che le donne - ha commentato la penalista al termine dell’udienza - non devono avere paura di denunciare. Bisogna superare l’atteggiamento per cui la donna che denuncia prima non viene creduta e poi viene giudicata. Dopodiché ci sarà un tribunale che stabilirà o meno la fondatezza delle accuse, come è giusto che sia”. La parte offesa, a margine dell’udienza, ha aggiunto: “non bisogna avere paura di denunciare, chiunque si abbia di fronte”.
“Mi pare si sia deciso di dare a questa vicenda per via mediatica una dimensione diversa da quella che le è propria sul piano giudiziario. Non a caso, molti dimenticano che la richiesta di patteggiamento aveva trovato la piena condivisione da parte della Procura, che aveva manifestato incondizionato consenso dapprima alla richiesta scritta e poi in udienza, peraltro per il tramite di magistrati diversi, i quali hanno tutti espressamente condiviso la congruità della proposta: evidentemente essa non era così stravagante come molti si affannano ad affermare”, le parole del professor Carlo Bonzano difensore, insieme all’avvocato Ilaria Barsanti, di Richeldi.
“La stravaganza, viceversa, mi pare si annidi nel sottolineare come non vi sia stata assunzione di responsabilità e conseguentemente non siano state formalizzate delle scuse: peccato che il patteggiamento sia stato concepito senza alcuna ammissione di responsabilità, sicché -sottolinea il penalista - peraltro in spregio alla presunzione di innocenza che tutti invocano per se, ma pochi riconoscono al prossimo, si pretende qualcosa che è incompatibile con la legge prima ancora che con la ferma presa di distanza da parte del prof. Richeldi rispetto ai fatti addebitatigli. Al contempo, il provvedimento di rigetto si diffonde su profili che corrono il rischio di apparire del tutto estranei al vaglio di congruità della pena e talvolta persino alla ipotesi accusatoria descritta nella imputazione”.
“In ragione delle plurime ed esplicite considerazioni espresse dal Gup sul merito della vicenda nel rigettare la richiesta di patteggiamento, abbiamo chiesto che valutasse l'opportunità di astenersi: non abbiamo formalizzato alcuna ricusazione, ma solo invitato il Giudice a valutare lei stessa se, a causa delle valutazioni espresse, non si fosse già pronunciata sul merito delle accuse. Evidentemente anche questa iniziativa non era così irrituale come taluni hanno inteso dipingerla: il pubblico ministero, in persona di un magistrato ancora diverso dai precedenti, non si è opposto (a differenza della parte civile) e, soprattutto, il Giudice, invece che restare insensibile al tema, ha avanzato una propria richiesta di astensione al Presidente del Tribunale. Il conseguente rigetto ci ha proiettato oggi nella peculiare condizione di dover celebrare l'udienza preliminare davanti allo stesso giudice che si era già diffusamente espresso sul merito, poi chiedendo di potersi astenere dalla decisione che è invece stato chiamato ad assumere. Mi chiedo e vi chiedo: quante possibilità ci sono che quello stesso giudice potesse ora pronunciare una sentenza di proscioglimento?”.
“Per parte nostra, quindi, non possiamo fare altro che prendere atto della conclusione della fase dell'udienza preliminare e prepararci finalmente - prosegue il professor Carlo Bonzano - alla celebrazione del processo davanti al tribunale, nella certezza che in quella sede potrà esserci un contraddittorio serio e rigoroso ed il fatto sarà giudicato nella sua obiettività. Sta di fatto che vi è un unico dato certo ed inconfutabile: il giudizio deve ancora iniziare, inizierà il 3 giugno 2025. almeno per quanti credono nella giustizia, è davvero troppo presto per pronunciare condanne mediatiche!”.
“Visto che, a quanto pare, ci si sta appassionando ad aspetti di questa vicenda che vengono rappresentati come estranei alla fisiologia del confronto processuale, confido si abbia la curiosità di approfondire anche quegli aspetti che invece emergono con tutta evidenza come peculiari”, conclude.