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Alimenti: cresce il mercato globale del bio, quota 80 mld di dollari

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16 ottobre 2015 | 11.38
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E' più che quintuplicato negli ultimi 15 anni raggiungendo quota 80 miliardi di dollari. E' il mercato mondiale del bio. Una realtà, dunque, in espansione a livello globale che si dà appuntamento al Centro Esposizioni Norimberga in occasione del Biofach, Salone degli Alimenti Biologici. Dal 10 al 13 febbraio 2016 oltre 2.400 espositori, 200 dei quali al Vivaness, il Salone Internazionale della Cosmesi Naturale, presenteranno alla fiera tedesca l'intero ventaglio delle loro produzioni.

"Dal 1999 gli alimenti e le bevande biologici hanno visto un incremento enorme. Allora il volume di mercato raggiungeva appena i 15 miliardi di dollari. Nel 2013 si contavano già 72 miliardi. Attualmente i dati del 2014 sono ancora in fase di elaborazione, tuttavia pare che ci si avvicini alla soglia dei 80 miliardi di dollari", spiega Amarjit Sahota dell'agenzia londinese Organic Monitor. E' aumentata di conseguenza la superficie mondiale coltivata secondo criteri biologici, pari nel 2013 a 43,1 milioni di ettari.

In questo contesto la Germania rappresenta il maggiore mercato europeo: nel 2014 è cresciuto del 4,8%. In cifre assolute il fatturato realizzato con alimenti e bevande venduti nei negozi al dettaglio tedeschi (negozi di alimenti naturali compresi) è salito da 7,55 a 7,91 miliardi di euro, secondo l'Arbeitskreis Biomarkt che ha elaborato i dati rilevati dagli istituti di ricerche di mercato tedeschi Gesellschaft für Konsumforschung GfK, Nielsen, BioVista e la Klaus Braun Kommunikationsberatung.

E la Francia recupera terreno

Per restare in Europa, la Francia sta recuperando terreno nei confronti della Germania. Rispetto all'anno precedente, le vendite nel 2014 sono salite del 10% per 5 miliardi di euro di fatturato. Nove consumatori su dieci scelgono come minimo di tanto in tanto prodotti bio, sei su dieci almeno una volta al mese. Per far fronte a questa domanda, sempre più agricoltori si convertono al biologico facendo segnare un incremento del 4% della superficie coltivata secondo criteri bio che ha ormai superato gli 1,1 milioni di ettari, secondo l'agenzia Agence Bio.

Nel 2014 il fatturato bio è cresciuto anche nel Nord Europa con grosse differenze tra Paese e Paese per quanto riguarda la quota detenuta sul rispettivo mercato alimentare. Mentre in Danimarca ammonta all'8%, la Norvegia raggiunge soltanto l'1,4%.

In Danimarca sono ormai biologici una carota su quattro e un litro di latte su quattro (il 29% riferito al fatturato). Non solo. E' il Paese che esporta la maggior quantità di prodotti bio (tra gli altri verso Germania, Svezia, Francia e Paesi Bassi), realizzando così nel 2014 introiti pari a 204 milioni di euro. Fino al 2020 questo valore potrebbe più che raddoppiare, secondo le previsioni dell'associazione di settore Organic Denmark.

Boom degli Usa, 'campioni' del bio

Nel 2014 il mercato bio svedese è esploso: infatti è aumentato di ben il 38% raggiungendo una quota di mercato del 5,6%. Stando ai dati forniti da Ekoweb, alla fine del 2014 il fatturato si aggirava su 1,6 miliardi di euro. Secondo le autorità agricole del Paese, nel 2014 in Norvegia il fatturato si è aggirato sui 256 milioni di euro, un dato piuttosto basso a fronte di un considerevole incremento del 28% registrato nei supermercati.

In lenta ripresa la Gran Bretagna, dopo anni di ristagno. Nel 2014, con una crescita del 4%, il settore degli alimenti biologici ha realizzato nel Regno Unito un fatturato di 1,86 miliardi di sterline (2,53 miliardi di euro).

Guardando Oltreoceano, negli Usa la vendita di prodotti bio tramite commercio specializzato e convenzionale segna un vero e proprio boom. Nel 2014 il mercato biologico degli Stati Uniti è cresciuto dell'11%, raggiungendo un valore pari a 35,9 miliardi di dollari (31,6 miliardi di euro). Rispetto al 1997, anno in cui l'Organic Trade Association (Ota) ha rilevato per la prima volta il fatturato bio statunitense, è praticamente decuplicato. Allo stesso tempo la quota bio sul fatturato alimentare è di quasi il 5%, riferisce ancora l'Ota.

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