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Sostenibilità: cosmetici e differenziata, il rebus del cassonetto

Adnkronos ha chiesto a esperti e operatori come effettuare un corretto smaltimento dei prodotti scaduti e non

(Infophoto)
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27 maggio 2015 | 13.56
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La data di scadenza sulla confezione, un odore sospetto, un cambiamento nell'aspetto. Forse per il rossetto/fondotinta/smalto è arrivato il momento di trovare la via del cassonetto. Ma come gestire prodotti complessi nella loro formulazione e nel packaging? Adnkronos ha chiesto a esperti e operatori le regole di un corretto smaltimento dei cosmetici.

Per Marco Vighi, professore del dipartimento di Scienze dell'ambiente e del territorio dell'Università di Milano Bicocca, "qualunque prodotto chimico andrebbe smaltito in modo differenziato. I cosmetici scaduti non dovrebbero essere buttati via ma dovrebbero essere smaltiti come facciamo per i farmaci perché potrebbero essere innocui ma non sempre il consumatore ha la conoscenza per stabilire quale sia innocuo e quale no". Secondo Fabrizio Zago, chimico industriale, consulente Ecolabel e creatore del Biodizionario, prodotti come gli smalti o le tinture per capelli, "ricchi di solventi e sostanze molto pericolose, devono essere smaltiti in centri di raccolta adeguati".

Ma i comuni come si regolano? Per Ama Roma, tutti i cosmetici vanno conferiti nell'indifferenziata. Stesse indicazioni, sul web, dalla municipalizzata del comune di Milano Amsa che non fa distinzioni, ad esempio, tra rossetto e smalto che vanno inseriti nel sacco trasparente. L'Amiu di Genova si è attrezzata con sistemi di raccolta dei rifiuti pericolosi con Ecocar e conferimento all'isola ecologica per gli smalti. Fondamentale che i consumatori abbiano tutte le informazioni necessarie anche da parte dei produttori. Zago insiste, infatti, "affinché si diano indicazioni precise nelle etichette dei cosmetici per uno smaltimento ragionato".

Laddove il prodotto sia terminato o la confezione non contenga residui, se non in minima parte, valgono ovviamente le regole di una corretta raccolta differenziata: vetro nel vetro, plastica nella plastica e così via... Mentre i rifiuti di imballaggio poli accoppiati o composti da più materiali vanno inseriti nella raccolta differenziata del materiale prevalente in peso.

Per quanto riguarda la questione packaging la normativa stabilisce che le aziende, in generale, debbano utilizzare la minima quantità di imballaggio necessaria per garantire la sicurezza del prodotto. "Ogni singola impresa ha poi una sua politica di sostenibilità sempre più orientata a utilizzare meno packaging e più 'ecologico', magari con plastiche di un certo tipo o vetro. Il consiglio che si può dare al consumatore è quello di differenziare l'imballaggio cosmetico dopo l'utilizzo sulla base delle leggi comunali", spiega Stefano Dorato, direttore Relazioni scientifiche e normative di Cosmetica Italia.

Di fatto però, rileva Zago, si riscontra una "complessità dei materiali utilizzati". Per una crema "potremmo trovarci di fronte a un vasetto di vetro, una chiusura in polietilene, un sotto-tappo in polipropilene, un opercolo in accoppiato plastica-carta, un cartoncino lucidato dell'astuccio, la carta del bugiardino e un film in pvc per la cellofanatura. Sette materiali diversi e incompatibili tra loro per un solo prodotto". Da qui, nuovamente, l'esigenza di "regole di etichettatura più stringenti che invitino il consumatore a compiere gesti di separazione dei materiali coerenti".

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