Un grande animale misterioso che in parte emerge in parte resta nascosto alla vista. Proprio come l'inquinamento marino causato dai rifiuti plastici, tradotto visivamente dall'artista Maria Cristina Finucci che con l'installazione Bluemedsaurus accende i riflettori sul tema. L’opera, realizzata con la collaborazione dell’Università degli studi Roma Tre e dell’Associazione Arte per la Sostenibilità, resterà in mostra presso il padiglione Expo Aquae a Venezia fino al 31 ottobre.
Bluemedsaurus interpreta l'inquinamento marino come una sorta di mostro le cui forme affiorano dal pavimento, strisciando sulle pareti per poi sparire nel muro, portando con sé una miriade di tappi di bottiglia di plastica, percorse in tutta la lunghezza da una cresta nera che emana luce propria.
Il riferimento è alla massa di rifiuti non biodegradabili abbandonati nell’ambiente che trascinati dalle correnti, finiscono al centro degli oceani formando delle “isole” di plastica la cui superficie totale è stimata in 16 milioni di kmq ed è in continuo aumento. Un vero e proprio arcipelago che dal 2013, grazie all’opera di Maria Cristina Finucci, è stato riconosciuto dall’Unesco come Stato Federale, The Garbage Patch State.