Solamente il 34% dei cittadini di 24 Paesi è convinto che la gestione delle acque reflue avvenga in maniera efficace e che non rappresenti una minaccia per le risorse idriche del Pianeta. E, pensando al futuro, un cittadino su due è preoccupato che la crescita industriale nel proprio Paese metterà a rischio l’approvvigionamento di acqua potabile nei prossimi 5-10 anni. E' quanto emerge da una ricerca Ipsos condotta in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, istituita nel 1993 dalle Nazioni Unite.
Il tema proposto di questo anno è Waste Water: un’edizione che guarda al problema della gestione delle acque reflue da ridurre, depurare e riutilizzare secondo quanto prescrive l'obiettivo sostenibile 6.3 dell'Onu: "Migliorare entro il 2030 la qualità dell'acqua eliminando le discariche, riducendo l'inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, dimezzando la quantità di acque reflue non trattate e aumentando considerevolmente il riciclo e il reimpiego sicuro a livello mondiale".
Ipsos ha condotto una ricerca a livello globale per capire quanto i cittadini di 24 Paesi siano informati e consci del problema. A livello globale, la stragrande maggioranza di tutte le acque reflue provenienti dalle nostre case, città, industrie e lavorazioni agricole viene riversata nell’ambiente senza essere in alcun modo trattata o ripulita. E in molti sembrano essere consapevoli del problema. Infatti, solo il 34% del totale dei rispondenti afferma di essere convinto che le acque reflue nel proprio paese non rappresentino un pericolo per la fornitura di acqua pulita.
I Paesi che maggiormente confidano nella buona gestione delle acque reflue (con più del 50% della popolazione che si dichiara fiduciosa) sono: Ungheria 67%, Germania 60%, Gran Bretagna 52%, Svezia 51%. Al contrario, i Paesi meno fiduciosi sono: Italia 24%, Russia 22%, Turchia 22%, Corea del Sud 21%, Argentina 20%, Messico 19%, Brasile 17%, Colombia 17%.
Guardando al futuro, la metà del totale dei nostri intervistati (48%) si dice preoccupata che l’attuale crescita industriale e demografica possa mettere a rischio nei prossimi 5-10 anni l’approvvigionamento di acqua potabile.
I Paesi che esprimono più preoccupazione (con più del 50% della popolazione che si dichiara preoccupata) sono: Colombia 69%, Argentina 64%, Cile 64%, Perù 63%, Messico 63%, India 59%, Sud Africa 58%, Ungheria 56%, Corea del Sud 53%, Spagna 51%. Al contrario, quelli che esprimono meno preoccupazione (con meno del 30% della popolazione che si dichiara preoccupata) sono: Germania 29%, Svezia 29%, Gran Bretagna 29%, Giappone 16%.
"Garantire il corretto trattamento delle acque reflue aiuterà i Paesi a raggiungere l’obiettivo sostenibile 6.3 dell'Onu: ovvero migliorare entro il 2030 la qualità dell’acqua - commenta Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos - Questo studio internazionale Ipsos suggerisce che la maggior parte dei cittadini globali è cosciente del problema".
"Anche gli italiani sono abbastanza coscienti delle problematiche legate a questo tipo di inquinamento - conclude - Infatti solamente il 24% dei nostri connazionali è convinto che l’attuale trattamento delle acque di scarico sia gestita in maniera efficace e non costituisca una minaccia alla tutela di quelle pulite".