“La ripresa non può che partire dalle donne, insieme protagoniste e vittime della pandemia, valorizzandone competenze e visione”. Eleonora Mattia, presidente della commissione Lavoro, politiche giovanili, pari opportunità e diritto alla studio del Consiglio Regionale del Lazio, richiama le parole di von der Leyen (secondo la quale "le donne devono essere al centro di tutte le nostre politiche") come spunto per sottolineare con forza che “dobbiamo lavorare per una nuova era di giustizia sociale che includa una radicale rivoluzione dal punto di vista delle politiche di genere: occupazione di qualità e parità salariale, lotta a pregiudizi e stereotipi, welfare di supporto alle famiglie e politiche di conciliazione paritarie, investimenti in educazione contro la marginalità sociale fin da bambine. L’unica via per una ripresa sostenibile è quella che va nella direzione di un mondo a misura di donne e di uomini”. E’ questo il paradigma da seguire. “Le parole di von der Leyen sono preziose perché indicano una strada precisa che non può prescindere dal coordinamento europeo e internazionale”, aggiunge Mattia conversando con l’Adnkronos alla vigilia dell’8 Marzo.
La consigliera regionale del Lazio, pasionaria dei diritti, ricorda come la pandemia abbia colpito maggiormente giovani e donne, “queste ultime massivamente in prima linea nella lotta contro il virus”. Durante questi mesi “il carico extra di lavoro di cura fuori e dentro casa è pesato sulle spalle delle donne, mettendo in luce problemi strutturali soprattutto nel mercato del lavoro. Penso alla struttura dell’occupazione femminile che vede le donne per lo più impiegate nei servizi o in lavori precari e che nell’ultimo anno ha visto un calo delle occupate del 5,7%, rispetto al dato degli uomini che si è attestato al 4,1 per cento. Ci sono poi le difficoltà di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, le carenze del welfare e il quadro drammatico della violenza domestica”. L’Italia deve ripartire da e con loro.
Quanto alla Regione Lazio, l’impegno al fianco delle donne è stato costante, evidenzia Mattia, “si caratterizza per azioni trasversali spesso innovative e apripista a livello nazionale. Penso alla proposta di legge sulla parità, il sostegno all’occupazione e all’imprenditoria femminile di qualità e la valorizzazione delle competenze delle donne, che sta concludendo il suo iter in Commissione. Si presenta come una normativa quadro sul lavoro femminile con vari focus su imprenditoria femminile, formazione di qualità, inclusione e reinserimento lavorativo delle donne in condizioni disagiate”.
“C’è poi tutto il tema della presenza femminile nei ruoli apicali – prosegue - su cui abbiamo proposto il criterio dei 2/3 per tutte le nomine di competenza regionale, premialità per i Comuni che rispettano l’equilibrio di genere nelle Giunte nonché per le aziende, nelle gare pubbliche, che rispettano i criteri di parità di genere nell’organizzazione interna”. Ma la strada della parità passa anche per investimenti concreti in infrastrutture sociali. “Per questo in Regione Lazio abbiamo approvato una legge – ricorda Mattia, prima firmataria - che rivoluziona i servizi educativi 0-6 anni che, contrastando disuguaglianze sociali e povertà educativa, ambisce a ridare valore sociale alla maternità e alla paternità con un’importante copertura finanziaria, oltre i trasferimenti statali e i 500 milioni sui servizi educativi stanziati nel piano #nextgenerationlazio. In particolare, potenziando i servizi per l’infanzia supportiamo l’occupazione femminile poiché miglioriamo gli strumenti di conciliazione e redistribuiamo il carico di lavoro di cura”.
Tra le tante azioni messe in campo c’è poi il protocollo con l’ordine degli avvocati per il gratuito patrocinio, il contributo di libertà per le donne vittime di violenza, la legge per il contrasto al Revenge Porn, l’impegno per incentivare i percorsi formativi in settori scientifici, il premio Colasanti-Lopez per partire dalla scuola e creare una cultura della non violenza e parità. Insomma, dice Mattia: “un percorso trasversale e partecipato che ci rende tutte e tutti orgogliosi”.
Soffermandosi sulla piaga dei femminicidi in Italia (già 12 da inizio anno), la presidente della commissione pari opportunità alla Pisana, osserva: “solo partendo dai giovani e giovanissimi, educando alle differenze e alla non violenza, possiamo costruire una risposta a lungo termine a quella che non è un’emergenza, ma un problema, prima di tutto culturale, strutturale del nostro Paese. Le leggi sono importanti e in Italia abbiamo un impianto normativo completo e innovativo. La sfida è dare concretezza e certezza di tempi e soluzioni. Soprattutto, una donna che denuncia deve essere ascoltata e creduta. Altrimenti rischiamo di arrivare sempre troppo tardi, un attimo dopo la tragedia”.
Il Codice Rosso, “è sicuramente uno strumento importante” ma “è evidente ormai che agli strumenti normativi - che spesso agiscono ex post - debbano accompagnarsi degli investimenti coraggiosi sulla prevenzione della violenza di genere e in particolare nell’educazione”.