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Epica Roma, Barça travolto

(Afp)
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11 aprile 2018 | 06.54
LETTURA: 4 minuti

di Federico Finocchi
Doveva succedere un miracolo e il miracolo è successo. La Roma fa la storia, anzi, la leggenda. All'Olimpico demolisce il Barcellona di Messi per 3-0, firma così la rimonta pazzesca (1-4) e si qualifica alla semifinale di Champions League. Non succedeva dalla stagione 1983/84. A firmare l'impresa sono i gol di Dzeko, De Rossi e Manolas. La remuntada è servita.

Una prestazione straordinaria, quella della squadra di Di Francesco, che schiera un inedito 3-4-1-2 con Juan Jesus in difesa insieme a Fazio e Manolas, Florenzi e Kolarov larghi e Nainggolan a supporto della coppia Dzeko-Schick. A centrocampo, a far diga, De Rossi e Strootman. Valverde risponde con il classico 4-4-2, con Messi e il pistolero Suarez di punta.

La Roma parte fortissimo: pressing alto e asfissiante che blocca sul nascere il fraseggio blaugrana. E le cose si mettono subito bene: dopo appena sei minuti lancio profondo di De Rossi per Dzeko che si infila fra Umtiti e Jordi Alba e supera Ter Stegen. Roma 1, Barcellona 0.

Ci sono ancora 84 minuti davanti. Bisogna rimontare il 4-1 dell'andata. Non succede, ma se succede. Chissà. Bisogna crederci. E la Roma ci crede. L'Olimpico ci crede. E se l'Olimpico spinge patisci la pressione, anche se ti chiami Barcellona. Anche se schieri in campo Messi. L'effetto Testaccio stordisce i blaugrana, vittime predestinate di una notte di sogni, di coppe e di campioni. La notte dei miracoli.

Il Barça è impacciato, soffre le fiammate giallorosse. In mezzo al campo De Rossi detta legge, da capitano vero. In avanti Dzeko va che è una meraviglia. Tiene palla, fa alzare la squadra, la fa respirare. Ispira e va direttamente a concludere. Anche Schick sembra in palla. L'attaccante ceco ha un paio di buone occasioni di testa (14’ e 29’), soprattutto la seconda, dove da buona posizione mette al lato. E il Barça? Sta tutto in due punizioni calciate piuttosto male da Messi. Si va al riposo sull'1-0. Non succede, ma se succede. Chissà.

Il secondo tempo inizia come era finito il primo: Roma avanti a testa bassa, cattiva e determinata. Barcellona stordito. La squadra di Valverde si difende, perde tempo. Non sembra la squadra più forte del mondo. Eppure lo è.

Al 12' della ripresa il sogno comincia a prendere forma. A prendere colore: giallo e rosso. Dzeko difende in area un pallone offertogli da Nainggolan e Piqué non può far altro che metterlo giù. E’ rigore. Dal dischetto va De Rossi. Il capitano non sbaglia: 2-0. DDR gonfia la vena e corre a recuperare il pallone in fondo alla rete. Per l'impresa serve un altro gol. La rete per la Storia.

Il doppio svantaggio spaventa i blaugrana, e dà ancora più forza ai giallorossi. Al 72' Schick esce tra gli applausi dell'Olimpico e al suo posto entra Cengiz Under. Ed è proprio da un corner battuto dal turco che la Roma completa il capolavoro: Manolas anticipa Semedo sul primo palo e con un colpo di testa supera Ter Stegen. L'Olimpico esplode. Manolas è tarantolato, esulta come Tardelli al Mundial di Spagna del 1982. Roma 3, Barcellona niente.

Ma la partita non è finita. Mancano otto minuti al novantesimo. Un'eternità. La paura della beffa stringe i cuori e mette a dura prova le arterie dei tifosi, allo stadio e davanti la tv. La Roma arretra, cerca di gestire il pallone. Si difende, soffre. Il Barça si rovescia nella metà campo giallorossa alla ricerca disperata del gol. Che non arriva. Non può arrivare.

Poi il triplice fischio dopo l'interminabile recupero. È l'impresa. Il miracolo sportivo contro la squadra più forte del mondo. In semifinale la Roma, il Barcellona a casa. Non doveva succedere. È successo.

Questa è la Roma. Questa è la sua magia.

"È per momenti come questo che è bellissimo vivere per questi colori!", scriverà a fine partita Francesco Totti su Twitter.

Sì, Capitano, è per quei momenti lì.

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