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Case popolari più efficienti con il progetto Elihmed

Sei i Paesi del Mediterraneo coinvolti. In Italia Genova e Frattamaggiore

Case popolari più efficienti con il progetto Elihmed
05 settembre 2014 | 13.02
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Ridurre i consumi e migliorare l'efficienza e il comfort delle case popolari occupate da famiglie a basso reddito, che in sei Paesi dell'area del Mediterraneo rappresentano il 40% del parco edilizio complessivo. E' l'obiettivo del progetto europeo Elihmed (Energy Efficiency in Low Income Housing in the Mediterranean), che punta tutto sull'innovazione per una maggiore efficienza.

Il progetto ha visto una ricercatrice italiana dell'Enea, Anna Moreno, premiata dal Centro Nazionale per la promozione delle fonti energetiche rinnovabili di Legambiente per i risultati ottenuti. Elihmed ha realizzato una sperimentazione su larga scala per la riqualificazione energetica di vecchie abitazioni occupate da famiglie a basso reddito in sei Paesi del Mediterraneo: Italia, Spagna, Francia, Grecia, Cipro e Malta.

In Italia l'esperienza pilota ha coinvolto case rurali in Sardegna e condomini di case popolari a Genova e Frattamaggiore (Napoli): circa 100 abitazioni complessive sono state riqualificate dal punto di vista energetico.

''Il successo di Elihmed dimostra come la riqualificazione di edifici possa anche concorrere a promuovere una nuova visione economica e sociale dell'edilizia residenziale - spiega Anna Moreno - Oltre ad essere uno strumento per raggiungere l'obiettivo comunitario del taglio del 20% dei consumi entro il 2020, questo progetto di riqualificazione energetica ha un importante risvolto sociale".

Il progetto infatti coinvolge da un lato case con un elevato potenziale di risparmio, in quanto costruite con materiali 'poveri' dal punto di vista dell'isolamento termico, e dall'altro famiglie a basso reddito non facilmente raggiungibili dalle tradizionali politiche in materia di efficienza energetica.

Si stima che oggi in Europa alcune decine di milioni di cittadini vivano in regime di energy poverty, cioè non in grado di pagare i propri consumi di energia. "Per questi cittadini, dunque, lo sforzo da fare è quello di fornire alloggi ad energia quasi zero", aggiunge la ricercatrice.

"Inoltre, i soldi risparmiati per i consumi elettrici potranno tornare sul mercato per l'acquisto di beni materiali e, quindi, moltiplicati per milioni di famiglie, diventare un possibile volano di ripresa economica", conclude la ricercatrice dell'Enea.

In questo senso è stato realizzato un policy paper che promuove l'opportunità di avviare specifiche azioni che, partendo dai risultati di Elihmed e di altri progetti simili, possa destinare risorse a un crescente miglioramento energetico di queste abitazioni.

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