"Impossibilità di collocare sul mercato grandi quantità di materie prime seconde di qualità medio bassa ed innalzamento dei costi di smaltimento dei rifiuti prodotti dalle lavorazioni di riciclo, con effetti sui prezzi delle materie prime seconde di qualità, fino al rischio di blocco del sistema stesso di raccolta e riciclo". Andrea Fluttero, presidente di Fise Unicircular, illustra all’Adnkronos gli scenari "molto preoccupanti" che si prospettano a seguito dello stop della Cina all’import dei materiali derivati dalla lavorazione dei rifiuti che non rispettino i nuovi limiti di impurità molto stringenti imposti. Un divieto che è "entrato in vigore il primo gennaio e diventerà operativo dal primo marzo".
Cosa è cambiato con la decisione della Cina? "Nella sostanza succede che per anni il mondo del recupero e riciclo ha prodotto in Europa materie prime seconde (che provengono dalla lavorazione dei rifiuti, ndr) di diversa qualità, quelle di maggiore qualità trovavano sbocco in Europa, l’eccedenza, quasi sempre meno qualitativa, veniva collocata in Cina, a prezzi molto bassi ma comunque in attivo", spiega Fluttero.
"La Cina sta avendo un’evoluzione economica, sociale ed ambientale ed ha deciso di evitare di importare le frazioni meno qualitative che arrivavano da altre parti del mondo", continua precisando che in sostanza "è stata drasticamente abbassato il limite di impurezza accettata nei materiali importabili".
"Questo - spiega - farà esplodere in tutta Europa il problema di trovare collocazione a questi materiali. I Paesi del Nord Europa hanno una maggiore quantità di impianti di recupero energetico e quindi è verosimile che parte di questi materiali diverrà combustibile. Paesi che hanno impiantistica di recupero energetico sottodimensionata come l’Italia, dove le regioni del Nord hanno gli impianti saturati da rifiuti urbani che arrivano dal Centrosud, non hanno più spazio per accettare queste frazioni. Discariche non se ne vogliono più e di conseguenza quelle attive, ammesso che siano disponibili ad accogliere queste frazioni stanno subendo un aumento del costo di smaltimento davvero importante".
"Questa situazione crea enormi problemi al settore del riciclo - dice il presidente di Fise Unicircular che rappresenta le imprese dell'economia circolare - Una serie di rifiuti, generati dai processi di riciclo, non troveranno più sbocchi di mercato e se lo troveranno, discariche o inceneritori, sarà a prezzi sempre più alti, andando a pesare anche sui costi industriali delle materie prime seconde che ovviamente andranno fuori mercato rispetto alle materie prime vergini".
A rischio c’è il concetto stesso di economia circolare. Per cui occorre intervenire. "Le soluzioni sono due - suggerisce - che tutto il sistema europeo investa ulteriormente in ricerca per migliorare le prestazioni degli impianti di riciclo e ridurre gli scarti e che si lavori a livello di ecodesign cioè che si progettino oggetti più facilmente e maggiormente riciclabili. Ma queste sono azioni a medio o lungo termine". Dunque, continua, "a breve termine bisogna trovare soluzioni concrete, altrimenti si rischia il blocco delle raccolte e la spinta verso soluzioni illegali".
Occorrerebbe, dice, "dare priorità di smaltimento nelle discariche esistenti, o meglio ancora nei termovalorizzatori, a queste frazioni piuttosto che ai rifiuti urbani indifferenziati. Questa frazione deve avere subito la priorità di smaltimento perché deriva da raccolta differenziata e da una lavorazione di riciclo e successivamente occorre costruire qualche impianto dedicato perché il concetto di 'rifiuto zero' è una prospettiva affascinante, ma ad oggi e per un bel po' di tempo, pure riciclando al massimo ogni frazione, ne rimane una parte da smaltire o recuperare energeticamente".
In conclusione "nei mesi a venire la nostra previsione è che la situazione diventerà rapidamente critica. Se non si troverà il modo di smaltire correttamente questi materiali, i piazzali delle aziende si riempiranno fino a bloccare le attività di riciclo. La capacità di stoccaggio limitata ed i flussi continui portano al rischio di blocco del sistema o alla ricerca di soluzioni fuori dalla legalità, con uno scenario veramente preoccupante non solo per gli imprenditori ma anche per i Comuni ed i cittadini. E' un problema importante che il prossimo governo si troverà ad affrontare urgentemente".