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Siccità: Legambiente, emergenza colpisce anche i laghi della Penisola

Nella foto Lago di Bracciano
Nella foto Lago di Bracciano
27 giugno 2017 | 15.12
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L’emergenza siccità che ha colpito la Penisola sta mettendo in serio pericolo anche i bacini lacustri italiani. La denuncia arriva da Legambiente che con Goletta dei Laghi 2017 è pronta per monitorare, dal 29 giugno al 26 luglio, lo stato di salute dei laghi italiani e per continuare il lavoro portato avanti sull’inquinamento da microplastiche, altro fenomeno che mette in serio pericolo i bacini lacustri.

In questi giorni, infatti, si registrano abbassamenti del livello dell’acqua, dai 40 -50 cm nei grandi laghi del nord (Maggiore, Garda, Como), con il lago di Garda che è sceso addirittura al 43% della sua capacità di riempimento; per arrivare all’abbassamento di un 1 metro e 40 cm del Lago di Bracciano, causato prevalentemente dalle intense captazioni idropotabili degli ultimi mesi. E al problema della siccità si unisce quello legato all’inquinamento, alle eccessive captazioni idropotabili, al consumo di suolo e al sovra sfruttamento della risorsa idrica che mettono in pericolo i bacini lacustri, la biodiversità e le bellezze ambientali e paesaggistiche.

La campagna Goletta dei Laghi di Legambiente, realizzata in collaborazione con il Conou, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento deli oli minerali usati, e Novamont, si snoderà attraverso 6 regioni toccando 11 laghi, alla ricerca delle principali criticità che riguardano non solo le acque, ma gli interi ecosistemi lacustri, con particolare attenzione al malfunzionamento o alla mancanza di sistemi di depurazione.

L’equipaggio sarà impegnato, anche con attività di campionamento e analisi, su Sebino, Lario, Verbano, Ceresio, Benaco, Molveno, Trasimeno, Lago di Piediluco e i principali laghi laziali, come Bracciano, Bolsena e Albano. Ad oggi, ricorda Legambiente, circa il 60% delle acque lacustri si trova in uno stato di qualità insufficiente rispetto ai traguardi preposti dalle direttive europee. Ritardi che, insieme a quelli sulla depurazione, oltre ad avere gravi conseguenze sugli ecosistemi lacustri, costeranno multe salate per via delle procedure di infrazione attivate da parte dell’Europa nei confronti del nostro Paese.

“L’emergenza siccità, legata ai cambiamenti climatici, – spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico Legambiente – sta mettendo a dura prova laghi e fiumi, interi territori e settori produttivi importanti come l’agricoltura. È dunque urgente che si approvi al più presto il piano nazionale di adattamento al clima e che si dia avvio a politiche integrate che riguardino sia la tutela della risorsa idrica, garantendone qualità e quantità, sia la salvaguardia degli habitat naturali del lago e delle sue sponde".

Oltre che per la mancanza di acqua, sottolinea Zampetti, "gli ecosistemi subiscono anche l'impoverimento della biodiversità, delle specie autoctone di acqua dolce, anche a causa di inquinamento e introduzione di specie aliene, diminuzione nella presenza di uccelli migratori e il fenomeno dell'eutrofizzazione. Queste sono le conseguenze di un processo che, se non fermato in tempo, rischia di essere irreversibile".

L’equipaggio condurrà campionamenti d’acqua, lungo le sponde dei bacini, in diversi punti considerati sensibili, sia per l’elevata attività antropica che per l’affluenza di scarichi civili. I risultati saranno disponibili entro 48 ore dal prelievo, grazie al lavoro dei tecnici specializzati nel laboratorio mobile di analisi. Anche quest’anno sarà a disposizione dei cittadini il servizio di segnalazione di Sos Goletta, attraverso il quale far pervenire le proprie segnalazioni relative a scarichi abusivi o non depurati (www.legambiente/golettaverde.it).

Due le novità dell’edizione 2017 della Goletta dei Laghi. La prima riguarda la mobilitazione dei volontari in azioni di citizen science, quali la raccolta dati sui rifiuti accumulati sulle spiagge lacustri. La seconda novità di quest’anno è relativa alla metodologia del lavoro di indagine sulla presenza di microplastiche nelle acque, già intrapresa per la prima volta in Italia l’anno scorso in collaborazione con Enea (l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile).

Il monitoraggio è condotto attraverso l’utilizzo di uno speciale strumento per la raccolta di campioni, una manta a strascico con una rete a maglia ultrafine, che trattiene le micro particelle (microlitter), poi analizzate in laboratorio.

"La passata edizione della Goletta dei Laghi di Legambiente ha permesso di ottenere un importante database relativo all’inquinamento da microparticelle di plastica, confermando quanto questo fenomeno sia ancora poco conosciuto e studiato, malgrado ormai sia noto che le microlitter rappresentino per gli ecosistemi acquatici un pericolo di portata globale" dichiara Maria Sighicelli, ricercatrice di Enea.

L’indagine, spiega Sighicelli, "ha registrato una presenza media di 40.396 particelle per km2 nelle acque di tutti i bacini esaminati, nonostante le loro diversità morfologiche ed ecosistemiche. L’obiettivo, dunque, è di approfondire ulteriormente lo studio sulla dinamica delle microplastiche nei laghi, analizzando il ruolo che questi sistemi semi-chiusi svolgono, in relazione alla presenza dei loro immissari ed emissari, che nel caso specifico dei laghi subalpini italiani rappresentano i principali affluenti del Po, in particolare Adda, Oglio e Ticino".

Anche quest’anno il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati è main partner di Goletta dei Laghi di Legambiente. Attivo da 33 anni, il Conou garantisce la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. L’olio usato che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche.

Ma l'olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 95% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa.

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