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Parchi: 80 anni di Stelvio, da Legambiente no a smembramento

La decisione di dividere l'area protetta nelle sue unità amministrative (Province di Trento e Bolzano, Regione Lombardia) rischia di segnare la fine di un progetto unitario di conservazione

Parchi: 80 anni di Stelvio, da Legambiente no a smembramento
24 aprile 2015 | 11.58
LETTURA: 3 minuti

Il 24 aprile 2015 il Parco nazionale dello Stelvio compie 80 anni, ma la decisione di dividere l'area protetta nelle sue unità amministrative (Province di Trento e Bolzano, Regione Lombardia) rischia di segnare la fine di un progetto unitario di conservazione della natura alpina che invece avrebbe dovuto trovare proprio nella Convenzione delle Alpi il proprio coronamento, e nelle strategie nazionali e comunitarie sulla coesione territoriale nelle aree alpine una grande occasione per tradursi in progettualità capaci di generare risorse per lo sviluppo locale.

E' la denuncia che arriva da Legambiente. "Lo smembramento del Parco dello Stelvio priverebbe le Alpi della risorsa strategica rappresentata dal loro più grande parco nazionale – dichiara il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - Si rischia di disperdere un patrimonio di ricerche e conoscenze scientifiche sviluppato nell'arco di 80 anni, per far nascere uno spezzatino di aree gestite secondo criteri e norme differenti nei tre versanti, in cui l'unica cosa che appare certa è l'attenuazione delle tutele. Un imperdonabile passo indietro che contestiamo e su cui auspichiamo un ripensamento da parte di Governo e di Regione Lombardia".

"Da parte nostra - aggiunge il presidente di Legambiente Lombardia Damiano Di Simine - continueremo a far pressione sul ministero dell'Ambiente e sulle Regioni affinché non si perda la dimensione progettuale unitaria del Parco dello Stelvio e venga sostenuta la continuità dei progetti di ricerca e monitoraggio della biodiversità".

In particolare dalla Lombardia, entro cui gravita quasi metà dell'intera superficie protetta, "ci aspettiamo una discesa in campo differente da quella notarile e contabile su cui abbiamo visto impegnata la Regione nelle trattative con le Province Autonome. Ci piacerebbe inoltre sapere dal competente assessore lombardo - conclude Di Simine - se esiste una strategia sulle aree protette e la protezione della natura nelle Alpi Lombarde, di cui il parco nazionale sia partecipe".

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