L'obiettivo è mettere un po' di ordine in un contesto che, tra Pet e plastiche green, crea un po' di confusione soprattutto al cittadino a cui spetta il compito di fare una corretta raccolta differenziata. Anche perché, ad esempio, il riciclo delle bio bottiglie è un problema
In arrivo risorse per gli imballaggi green. Ad annunciarlo all'Adnkronos, è Giorgio Quagliuolo, presidente di Corepla, il consorzio per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica. “Abbiamo in cantiere -spiega- delle iniziative, che a breve renderemo pubbliche, per destinare risorse, abbastanza consistenti, al mondo degli imballaggi biodegradabili e compostabili”. L'obiettivo è sicuramente mettere un po' di ordine in un contesto che tra Pet e plastiche biodegradabili crea un po' di confusione soprattutto al cittadino a cui spetta il compito di fare una corretta raccolta differenziata.
Ad esempio, “gli imballaggi rigidi in Pla (Acido Polilattico), che andrebbero nell'umido, creano problemi se conferiti nella raccolta della plastica” e si tratta di un rischio non tanto remoto. Anche perché “non in tutta Italia si raccoglie l'umido e così succede che il cittadino getta l'imballaggio in Pla nella plastica”. Il primo ostacolo dunque, sta poi nel riconoscere quel materiale e selezionarlo. Secondo il presidente di Corepla, “basta una piccola quantità di quel materiale per rendere il Pet non più riciclabile ad un buon livello”.
Ma i problemi ci sono anche per i compostatori: "non è detto che quell'imballaggio abbia gli stessi tempi di compostaggio dell'umido". Diverso invece, è il discorso per gli imballaggi flessibili, come shoppers e film, realizzati in Mater Bi che “non hanno creato grossi problemi nella raccolta della plastica”. Primo perché incidono poco e poi perché “sono tollerati a livelli maggiori rispetto agli imballaggi rigidi in Pla”.