La petizione sottoscritta tra gli altri da Gabriele Muccino, Renzo Arbore, Luciana Littizzetto, Ilary Blasy, Jimmy Ghione, Eugenio Bennato, Giorgio Panariello e Oscar Farinetti
Consegnate questa mattina alla Commissione italiana Unesco 200mila firme per chiedere l'inserimento della pizza nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità.
La petizione, lanciata dal presidente della Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio su Change.org, con il sostegno della Coldiretti, dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e di Rossopomodoro, ha raggiunto in soli pochi mesi le 200mila adesioni. Partita a settembre dal Napoli pizza Village, la raccolta firme ha fatto il giro d’Italia, raccogliendo l'appoggio di esponenti politici tra i quali il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, dell'Istruzione Stefania Giannini, dell'Ambiente Gianluca Galletti.
Hanno sostenuto la petizione anche Gabriele Muccino, Renzo Arbore, Luciana Littizzetto, Ilary Blasy, Jimmy Ghione, Eugenio Bennato, Giorgio Panariello, il fondatore di Eataly Oscar Farinetti, Frank Carpentieri di Made in Sud. Tra gli sportivi i calciatori Totò di Natale, Fabio Quagliarella ma anche l’intera squadra del Pisa. La petizione è stata lanciata anche a Londra e a New York ottenendo la firma di Lidia e Joe Bastianich, Bud Spencer e Natalia Quintavalle, Console generale dell'Italia a New York.
"Il riconoscimento dell'Unesco ha un valore straordinario per l'Italia che è il Paese dove più radicata è la cultura alimentare e la pizza rappresenta un simbolo dell’identità nazionale", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "è chiaro che garantire l’origine nazionale degli ingredienti e le modalità di lavorazione significa difendere un pezzo della nostra storia, ma anche la sua distintività nei confronti della concorrenza sleale".
Un rischio diffuso all’estero e un’occasione per fare chiarezza anche in Italia dove secondo una analisi della Coldiretti quasi due pizze su tre (63 per cento) sono ottenute da un mix di farina, pomodoro, mozzarelle e olio provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori.
"Quando un prodotto diventa globalizzato – dichiara Pecoraro Scanio - il rischio è che se ne perda l'origine ed è proprio il caso dell’arte della pizza. Con la consegna delle firme abbiamo chiesto al presidente della Commissione italiana Unesco, Giovanni Puglisi, di indicare l’arte della pizza napoletana come proposta italiana per l’iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. In questo modo potremmo difendere le origini della pizza e anche il made in Italy".