Ai ritmi di sviluppo attuali, investire nell'economia circolare potrebbe fare nascere in Italia 154mila nuovi posti di lavoro entro il 2030. Ad affermarlo è l'ultimo studio pubblicato dall'organizzazione benefica inglese Wrap (Waste and Resources Action Programme) sulla crescita economica potenziale innescata da un'economia europea più circolare. Stando al documento, un investimento in questo modello economico potrebbe creare 3 milioni di nuovi posti di lavoro in Europa e ridurre la disoccupazione di 520mila unità entro il 2030.
Attualmente in Ue ci sono circa 25milioni di disoccupati, con una media del 10% per Paese. Nel 2007 le persone impiegate nel settore del riciclo erano 301mila; in crescita del 70% rispetto al 2000 (con 177mila posti di lavoro). L'Italia sarebbe il terzo Paese tra gli Stati membri a beneficiare di un maggiore sviluppo dell'economia circolare, che prevede il recupero e il riutilizzo dei materiali, dopo Germania e Regno Unito.
Il nostro Paese dimostra, secondo i dati del report, di avere una propensione sopra la media per le attività all'economia circolare: ne derivano oggi 70 posti di lavoro ogni 100mila persone. Un numero leggermente inferiore all'Uk (71), alla Francia (74) e superiore alla Germania (66). Buona parte degli impieghi, da noi, sono legati ai servizi di raccolta, trattamento ed eliminazione dei rifiuti.