Un'economia circolare in Europa potrebbe creare 3 milioni di nuovi posti di lavoro e ridurre la disoccupazione di 520mila unità entro il 2030. Ad affermarlo è l'ultimo studio pubblicato dall'organizzazione benefica inglese Wrap (Waste and Resources Action Programme), sulla crescita economica potenziale di un'economia europea più circolare.
La ricerca sottolinea il potenziale di impiego, le capacità richieste e le industrie coinvolte per ciascuno Stato membro. Ad oggi circa 3,4 milioni di persone lavorano nei vari settori legati all'economia circolare: riparazioni, recupero degli scarti, riciclo, noleggio e leasing.
Ai ritmi di sviluppo attuali, l'espansione dell'economia circolare potrebbe creare 1,2 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030, riducendo la disoccupazione strutturale di circa 250mila unità. Tuttavia, con un'espansione più radicale di questi settori il potenziale di crescita aumenterebbe fino a 3 milioni di posti di lavoro e 520mila unità in meno.
L'economia circolare è un'alternativa all'economia lineare tradizionale (produci, usi, te ne disfi) e prevede che le risorse vengano impiegate il più a lungo possibile, sfruttandole al massimo finché è possibile, per poi essere riciclate e riutilizzate.
Alcuni modelli di business 'circolari' sono il design di beni che possano durare più a lungo e più facilmente riutilizzabili, più facilmente riparabili e riciclabili. I servizi potenzialmente da espandere riguardano, ad esempio, la manutenzione dei prodotti, il recupero, il noleggio e lo sharing.