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Ogm, dal Parlamento Ue sì alla direttiva sulla libera scelta dei Paesi

Entrerà in vigore per marzo-aprile 2015. Martina: "Modello agroalimentare italiano ha bisogno di posizionarsi sempre di più su fattori di distintività". Galletti: "Grande risultato, risposta a chi parla di semestre improduttivo". Greenpeace: "Norma lacunosa"

(Infophoto)
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13 gennaio 2015 | 15.25
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Via libera del Parlamento europeo alla riforma della Direttiva in materia di Ogm che sancisce il diritto degli Stati Membri di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo, per motivi di natura economica ed agricola.

L'entrata in vigore della nuova direttiva, frutto dell'accordo raggiunto nelle scorse settimane tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo, è prevista per marzo-aprile 2015. Con la sua applicazione, il divieto di coltivazione di Ogm autorizzati può avvenire per ragioni socioeconomiche, di uso dei suoli, di pianificazione territoriale, di contaminazione transgenica di altre coltivazioni, di politica agricola e di politica ambientale.

L'accordo raggiunto con il Parlamento Europeo - sottolinea una nota del Ministero delle Politiche agricole - ha migliorato il testo approvato in prima lettura dal Consiglio europeo nel giugno scorso sotto tre aspetti rilevanti: 1) le valutazioni sui rischi ambientali e sanitari, di competenza dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare, dovranno essere aggiornate ogni due anni per tener conto del progresso scientifico e del principio di precauzione che è un pilastro del diritto ambientale internazionale; 2) gli Stati Membri possono chiedere, tramite la Commissione europea, alle imprese produttrici di Ogm, di escludere i loro territori dal novero dei Paesi nei quali intendono chiedere l'autorizzazione europea alla coltivazione; ma questa fase di 'negoziato' con le imprese non è più obbligatoria, e gli Stati Membri potranno decidere di passare direttamente al divieto di coltivazione per le motivazioni indicate nella Direttiva; 3) gli Stati Membri, prima di introdurre il divieto di coltivazione, dovranno comunicare il relativo provvedimento alla Commissione europea ed attendere 75 giorni per il parere, ma durante questo periodo di attesa gli agricoltori non potranno comunque procedere alla semina dei prodotti interessati dall'ipotesi di divieto.

"In materia Ogm, il punto di novità europeo è molto importante e si iscrive nei successi della presidenza italiana di questi sei mesi. Non era scontato che finisse così", ha commentato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. "Continuo a rimanere dell'idea che l'Italia - spiega - faccia bene a lavorare oltre il tema Ogm sì e Ogm no, confermando la non coltivazione perché il modello agroalimentare italiano ha bisogno di posizionarsi sempre di più su fattori di distintività che stanno tutti dentro il lavoro sulle qualità agroalimentari italiane".

"Sì Europarlamento a direttiva per libertà Stati su coltivazione Ogm. Grande risultato Italia, risposta a chi parla di semestre improduttivo", ha scritto su Twitter il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.

L'ex ministro dell'Agricoltura e dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ricorda che "a febbraio scadrà l'ennesimo bando provvisorio antiogm" e chiede che "il governo lo confermi subito accogliendo nel milleproroghe gli emendamenti già presentati da alcuni parlamentari".

La richiesta di proroga del divieto di coltivazione degli ogm attualmente in vigore nel nostro Paese arriva anche da Greenpeace, che parla di "norma lacunosa", e da Legambiente.

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