L’Italia conta 24 parchi nazionali, 124 parchi regionali, 147 riserve naturali statali, 30 aree marine protette. E centinaia di aree protette gestite a livello locale. In questi territori, oltre a proteggere biodiversità, paesaggio e ambiente, si producono 733 prodotti agroalimentari di qualità certificati: 150 fra Dop/Igp e Doc/Docg per i vini; 263 prodotti tradizionali; 198 prodotti classificati nell’Atlante dei Prodotti dei Parchi e 114 prodotti certificati dall’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale.
Un comparto produttivo che coinvolge, nel solo territorio delle aree protette, oltre 230mila aziende. A queste vanno aggiunte quelle dell’indotto nelle aree limitrofe. Insomma, l’agricoltura svolge un ruolo fondamentale per la promozione della biodiversità e del territorio nelle aree protette. Tema al centro dell'incontro promosso oggi da Federparchi presso la sede del Parco Nazionale del Vesuvio.
“Un’agricoltura sostenibile nei parchi è di fondamentale importanza, poiché la connessione tra natura, paesaggio e attività agro-silvo pastorali, e le conseguenti produzioni locali di qualità, rappresenta uno degli elementi di attrattiva e valore del territorio, nelle aree protette e non solo", dice il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri in occasione dell'incontro di oggi.
"Per questo - aggiunge - l’impegno di Federparchi si sta concentrando sulla promozione delle buone pratiche e sulla collaborazione tra i gestori delle aree protette e le categorie economiche, composte da agricoltori, allevatori, pescatori artigianali, che traggono reddito e contribuiscono al governo dell’ambiente. Categorie il cui contributo partecipativo è fondamentale per la gestione e la programmazione delle aree protette".
"Coniugare tutela ambientale e produzioni di qualità - conclude Sammuri - aumenta la competitività e la riconoscibilità mondiale del nostro Paese, lo sviluppo dei territori e l’occupazione; allo stesso tempo contribuisce alla conservazione degli equilibri ecologici fondamentali per l’ecosistema e per la salute dei cittadini”.