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Lavoro: manager sedentario? a rischio depressione e attacchi panico

Studio su 100 amministratori delegati, direttori generali e quadri, realizzato da BPSec

Lavoro: manager sedentario? a rischio depressione e attacchi panico
25 maggio 2015 | 11.10
LETTURA: 4 minuti

Il manager statico e sedentario è più soggetto a crisi depressive e attacchi di panico, casi tra l’altro in aumento con l’avanzare della recessione economica, mentre i dirigenti che praticano una regolare attività sportiva riscontrano sorprendenti benefici sia sulla salute personale che su quella dell’azienda per cui lavorano.

E' quanto emerge da uno studio su 100 amministratori delegati, direttori generali e quadri, realizzato da BPSec, azienda leader nel settore delle consulenze e dei servizi formativi, in occasione dell’uscita del libro di Daniele Barbone 'Runner si diventa. Dall’ufficio al deserto', edito da Corbaccio, nel quale l’autore descrive meticolosamente il parallelismo esistente tra lo sport di resistenza, quindi, nel caso di specie, le ultra maratone desertiche, l’attività d’impresa e la vita quotidiana.

Secondo la ricerca effettuata dall’Osservatorio dell’imprenditore-atleta, il 41% dei manager intervistati che svolgono costantemente esercizi fisici risulta non solo meno incline a manifestare episodi o patologie legate a stress e umore, ma presenta anche una maggiore competitività sul lavoro e registra migliori performance in ufficio. Tra questi, otto su dieci hanno dichiarato di svolgere attività sportiva in maniera intensiva almeno tre volte la settimana.

Un 37% ha ammesso, invece, di non praticare alcuno sport e di essere affetto da eventi depressivi o disturbi del sistema nervoso. Che lo sport faccia bene è cosa alquanto risaputa, ma quali possono essere i benefici sulle prestazioni dei manager? Per il 43% degli intervistati, lo sport aumenta lo spirito di competizione e favorisce la propensione a primeggiare sempre e comunque. Secondo il 36%, l’esercizio fisico accresce la fiducia e confidenza in se stessi, mentre per il 29% costringe a confrontarsi con le proprie debolezze, facendo emergere tanto i limiti quanto i punti di forza.

Nel racconto di Barbone, la cui storia gli è valsa anche la selezione tra gli '#expottimisti', progetto legato a Expo 2015 nel quale vengono inserite una serie di persone che, nelle loro autonome attività, trasmettono i contenuti e i valori dell’Esposizione Universale, sport di endurance, attività manageriale e vita personale sono sostanzialmente caratterizzati dalle stessi punti qualificanti, ovvero: la preparazione, la competizione, la crisi, il traguardo e la fatica.

Per l’imprenditore atleta la via per il successo è una strada nel deserto e questo è lo slogan e filo conduttore della sua pubblicazione: “Non esiste altra strada che non sia quella -rivela Barbone- e il deserto in questo è una metafora fortissima che arriva dall’antico testamento ed è radicata nella storia dell’uomo. Ce l’avevano gli Ebrei quando andarono in Egitto, ce l’ha avuta Gesù per 40 giorni nel judean desert ed è una metafora che tutt’ora funziona”.

Ma quali sono le attività più praticate dai manager? Al primo posto (23% degli intervistati) la corsa, in particolare jogging e maratona. Si moltiplicano infatti i casi di grandi aziende che addirittura iscrivono i propri dipendenti alle grandi competizioni podistiche mondiali.

Segue il fitness (19%), con sempre più aziende che aprono palestre all’interno delle proprie strutture o sottoscrivono convenzioni con centri specializzati per offrire corsi scontati ai propri dirigenti e dipendenti.

Al terzo posto l’alpinismo e il trekking (15%), seguiti da altri sport a contatto con la natura quali canoa (13%) e barca a vela (11%). Non mancano appassionati anche del golf (9%), che permette di rilassarsi e allo stesso tempo migliorare la pratica della concentrazione; e di sport particolari quali le arti marziali come il karate (7%), apprezzato per le sue qualità a livello mentale e fisico, il paracadutismo e il parapendio (5%), l’hockey (3%) e il kitesurfing (2%).

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