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Lavoro: nasce in Toscana prima Agenzia regionale post-province

La Toscana brucia i tempi e per prima vara una riorganizzazione dei servizi per il lavoro alla luce della riforma Delrio.

Gianfranco Simoncini
Gianfranco Simoncini
08 ottobre 2014 | 15.51
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Ancora una volta, la Toscana brucia i tempi e per prima vara una riorganizzazione dei servizi per il lavoro, anche a seguito della riforma Delrio: al posto dei centri per l'impiego nascerà la prima Agenzia regionale del lavoro, che manterrà i presidi territoriali e nella quale confluiranno i circa 1.000 dipendenti attuali di provincia e regione dei servizi per l'occupazione.

Ma "non sarà un carrozzone: sarà una struttura leggera, con solo un direttore -avverte con Labitalia l'assessore alle Attività produttive, credito e lavoro della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini- e avrà la forma giuridica dell'agenzia tecnica, di ente cioè dipendente dalla Regione".

Il sì all'Agenzia regionale del lavoro della Toscana è stato deciso ieri dal consiglio regionale che ha approvato la proposta di modifica della legge regionale in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro. "La riforma dei servizi e l'avvio dell'Agenzia però -precisa Simoncini- sarà operativa nel momento in cui si completerà l'iter di attuazione della riforma Delrio, cioè la riforma delle province, con il conseguente trasferimento pieno delle funzioni alla Regione".

L'Agenzia, dunque, raccoglierà il personale del settore, circa mille addetti fra province e regione, per dare continuità ai servizi e non disperdere le competenze. "I centri per l’impiego resteranno come presidi territoriali e ci sarà un'armonizzazione che porterà a una maggiore uniformità della risposta sul territorio", aggiunge Simoncini.

"La Toscana -ricorda l'assessore che è anche coordinatore del settore Lavoro di tutti gli assessori regionali- è da sempre favorevole a un sistema nazionale del lavoro che preveda un'Agenzia per il lavoro nazionale che stabilisca standard e attui la governance e Agenzie territoriali, dove si organizzano le politiche. Oltre che del dettato costituzionale, in cui lavoro e sanità sono affidati alle Regioni, la nostra proposta ci sembra rispettosa anche del Jobs Act, che prevede appunto una simile organizzazione dei servizi. E la stessa Conferenza delle Regioni, nel parere dato sul Jobs Act, si è espressa in questa direzione".

Ma c'è anche un altro importante significato nella scelta di costituire l'Agenzia per il lavoro. "E' il segnale positivo che abbiamo voluto mandare ai lavoratori di questo settore così delicato. Operatori che anche i più recenti monitoraggi indicano tra i più qualificati d'Italia e che erano naturalmente molto preoccupati per il loro futuro", conclude.

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