Roma, 14 mag. (Labitalia) - Non è solo un lavoro e non è neanche solo volontariato: il Servizio civile nazionale (Scn) offre ai giovani l'opportunità di dedicare un anno della propria vita a un impegno che può essere quello di partecipare concretamente a progetti di solidarietà, cooperazione e assistenza. O di concorrere alla difesa della patria e alla pace fra i popoli, alla tutela dei diritti sociali, alla partecipazione alla salvaguardia e alla tutela del patrimonio ambientale, forestale e storico-artistico. E offre anche una retribuzione: 433,80 euro mensili (netti) per un impegno che può variare dalle 30 alle 36 ore settimanali in Italia, qualcosa di più e vitto, viaggio e alloggio per chi svolge il servizio all'estero.
"Dopo un'esperienza di lavoro part time, molto positiva, nella biblioteca della mia facoltà a Cesena -racconta a Labitalia Daniela Cammarota, 24 anni, lucana di Melfi e prossima alla laurea magistrale in Psicologia- quando è uscito il bando che cercava volontari per quella struttura, tramite l'Arci, ho pensato di candidarmi e sono stata selezionata. Rispetto a prima, le mie mansioni sono addirittura migliorate: adesso apro e chiudo la biblioteca e mi occupo di attività front office -spiega Daniela- come il contatto con gli utenti, il reperimento dei libri, ma anche di suggerimenti e consigli a chi viene in biblioteca".
"La cosa buona -aggiunge la giovane laureanda- è che qui l'orario del servizio civile (circa 30 ore alla settimana) può essere gestito, in accordo con l'organizzatrice locale del progetto, in modo abbastanza flessibile per cui posso continuare i miei studi". Insomma, per Daniela studentessa fuori sede, "il servizio civile è un'esperienza positiva, anche perché permette di guadagnare qualcosa e anche se il lavoro che faccio - quello della bibliotecaria - non è quello che voglio fare dopo la laurea, è comunque un lavoro svolto in un ambiente interessante". Con il premier Renzi, Daniela si trova d'accordo soprattutto "nell'allargare l'esperienza del Scn agli stranieri".
A Evelina Urgolo, romana, 27 anni, una laurea in traduzione in tasca, il servizio civile ha addirittura cambiato la vita. "Sì -conferma a Labitalia, dall'ufficio di Bruxelles dove ora lavora- ho chiesto, tramite la Focsiv, di partecipare a un progetto in Perù, presso una Ong che si occupa di diritti umani e di salvaguardia del territorio. E l'anno che ho trascorso a Lima -sottolinea- ha veramente cambiato il mio sguardo sulla vita e le prospettive che ho voluto darle".
"Prima di partire ho fatto due settimane di formazione con la Focsiv -dice Evelina- che sono state utilissime per capire quello che stavo per fare e il luogo dove stavo per andare. Poi una volta arrivata a Lima, il 'responsabile Paese' del progetto mi ha accolto e mi ha inserito in questo progetto che lavorava su due fronti: uno lobbistico-istituzionale per la difesa dei diritti umani e uno sul territorio, per la difesa del suolo dallo sfruttamento minerario e per restituire l'autosufficienza alle comunità indigene".
"La mia mansione, visto che conoscevo bene lo spagnolo, è stata quella di curare l'ufficio stampa e la comunicazione: facevo comunicati, report, aggiornavo il sito. E ho anche aperto account sui principali social network", dice Evelina. Un'esperienza che è servita moltissimo a Evelina che una volta terminato l'anno di Servizio civile, ha trovato lavoro nella sede belga di un gruppo editoriale legato al mondo del non profit.
"Ho visto su Internet le proposte di Renzi sul servizio civile -osserva- e quello che io posso dire è che sarebbe importante allargare i numeri dei progetti di servizio civile all'estero, che sono ancora troppo pochi. Dotandoli però -conclude- di un budget adeguato, in modo tale che quest'esperienza così importante sia accessibile davvero a tutti, a costo zero."