Vivendi conferma la sua linea ma nello stesso tempo chiede una rappresentanza forte nella governance di Telecom Italia con l'indicazione di quattro consiglieri nel board. "La nostra posizione non è cambiata. E' sempre la stessa. Non ho nulla da aggiungere", spiega il presidente del management board di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine in un botta e risposta con i giornalisti all'uscita dallo studio legale Chiomenti. Quella presso i legali della media company francese è stata la seconda tappa della visita lampo del manager a Roma, dove in mattinata si è recato alla Consob per fornire i chiarimenti richiesti dall'Autorità.
In un incontro durato circa un'ora e mezza, de Puyfontaine avrebbe quindi fornito delucidazioni sulla presenza azionaria di Vivendi nel capitale del gruppo italiano; quanto ad eventuali acquisti di azioni risparmio prima della decisione del cda di convertirle in ordinarie, l'ipotesi era già stata smentita dalla stessa Vivendi il 7 novembre scorso.
Nella serata di ieri Vivendi aveva comunicato la propria richiesta circa la nomina di quattro consiglieri in cda, a partire da de Puyfontaine. A giorni - e comunque non oltre il 30 novembre - il board di Telecom Italia si riunirà per prendere atto della verifica che la società francese possiede almeno il 2,5% del capitale e mettere quindi la richiesta all'ordine del giorno dell'assemblea del 15 dicembre prossimo.
Oltre a de Puyfontaine, la media company francese propone all'assemblea la nomina di Stephane Roussel, chief operating officer, del direttore finanziario Hervé Philippe e Felicité Herzog come nuovi consiglieri della società, con l'aumento del numero dei componenti del board da 13 a 17. Oltre ai quattro nuovi amministratori, il gruppo francese puo' contare anche sull'appoggio del consigliere di amministrazione Tarak Ben Ammar, amico e alleato storico del presidente di Vivendi, Vincent Bollore'.