Piazze di Asia e Pacifico hanno chiuso in calo, in Europa listini in rosso
Mossa a sopresa della People's Bank of China per rilanciare l'economia. La banca centrale ha svalutato a sorpresa lo yuan dell'1,9% a 6,2298 contro il dollaro per "supportare un'economia in contrazione".
La svalutazione "una tantum" ha portato le quotazioni dello yuan ai valori minimi da tre anni e il dollaro a rafforzarsi fino a 6,3277, mentre alla chiusura di ieri scambiava attorno ai 6,2093.
"Attualmente, le condizioni internazionali dell'economia e della finanza sono molto complesse e una situazione del genere impone nuove sfide", spiega la People's Bank of China, in un documento pubblicato sul sito della banca in cui risponde alle domande sul perché dell'operazione sulla valuta cinese.
Nello stesso documento l'istituzione, dove parla di una "sempre maggiore volatilità nei movimenti di capitale a livello internazionale", precisa che "monitorerà il mercato dei cambi, in attesa che si stabilizzino le sue aspettative".
Nel dettaglio, la banca centrale ha fissato il tasso di cambio sulla base della chiusura della seduta precedente, abbassando la 'parità centrale' tra yuan e dolllare dell'1,9% a 6,2298.
"Il mercato - spiega sempre la banca centrale nel suo documento - giocherà un ruolo sempre più importante nel determinare i tassi di cambio, con l'obiettivo di facilitare il bilanciamento dei flussi di import e export".
In questo scenario, le piazze finanziarie di Asia e Pacifico hanno subito un brusco calo, chiudendo in territorio negativo (Nikkei -0,42%). In Europa, gli indici hanno iniziato la seduta in calo e, a Milano, i titoli del lusso sono i più venduti dall'avvio delle contrattazioni.