Spiega che l'Italia, come la Brexit, è "fra le incertezze per lo scenario economico dell'Eurozona". Ma sulla manovra bocciata da Bruxelles, si dice "fiducioso che sarà trovato un accordo". Il presidente della Bce Mario Draghi affronta anche il caso Italia nella conferenza stampa a Francoforte, dopo la riunione del Consiglio direttivo, che ha lasciato invariati i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%.
Draghi esclude tuttavia il rischio che la Bce possa essere coinvolta nella crisi italiana: "Finanziare i deficit non è nel nostro mandato" chiarisce. Quindi precisa: "Abbiamo l'Omt come strumento specifico", da usare in caso i paesi entrino in un programma, "per il resto siamo in un regime di dominanza monetaria", non di bilancio. Un intervento della Bce nel dibattito tra Roma e Bruxelles, insomma, è "assolutamente" da escludere: "Non è il nostro compito quello di fare da mediatori" rimarca Draghi. Questa "è una discussione fiscale, non è un ruolo da banchieri centrali".
SPREAD - L'ex governatore di Bankitalia parla anche dello spread e avverte: "Io non ho la palla di cristallo, 300, 400, certamente questi titoli sono nelle banche e se perdono valore loro impattano sul capitale delle banche". Certo, "abbassare i toni e non mettere in discussione l'esistenza dell'euro può far ridurre gli spread" è l'indicazione che arriva - con un chiaro riferimento all'Italia - dal presidente della Bce. E a chi gli chiede se i rialzi dello spread italiano possano contagiare altri paesi della zona euro, risponde: "Forse c'è qualche ricaduta ma limitata". Secondo il presidente della Bce, i rialzi dello spread sui Btp italiani pesano sui costi di finanziamento di imprese e famiglie e "riducono i margini espansivi" del bilancio.
MANOVRA - Sulla manovra italiana bocciata dalla Ue, Draghi non si sbilancia. "Non c'è stata una grande discussione sull'Italia, c'era Dombrovskis, gli ho chiesto il permesso di citarlo", aggiunge, facendo eco al vice presidente dell'esecutivo Ue: "Si devono osservare e applicare le regole, ma anche cercare il dialogo" specifica il presidenre della Bce.
INFLAZIONE - Nel corso della conferenza stampa, Draghi mette poi l'accento sull'inflazione. "Nell'area dell'euro l'inflazione sui dodici mesi si è portata lo scorso settembre al 2,1%, dopo il 2,0 di agosto" afferma, aggiungendo che "sulla base dei prezzi correnti dei contratti future sul petrolio, è probabile che l'inflazione complessiva si collochi intorno al livello attuale nella parte restante dell'anno". "Davanti ad ogni evenienza - sottolinea ancora Draghi - il Consiglio direttivo della Bce è pronto ad adattare i propri strumenti per assicurare che l'inflazione continui a muoversi verso l'obiettivo".
CRESCITA - Quanto alla crescita dell'Eurozona, precisa Draghi, la Bce "regista un certo rallentamento dello slancio ma non una inversione di rotta". "Una delle spiegazioni arriva dalle situazione specifica dei singoli Paesi", rimarca, facendo l'esempio delle recenti difficoltà dell'industria automobilistica tedesca. Quindi ammette: "Non è semplice distinguere fattori transitori da fattori permanenti" sottolineando però come i dati e i segnali "non ci bastano per cambiare scenario di base".
I rischi che circondano le prospettive di crescita dell'area dell'euro possono ancora "considerarsi ampiamente equilibrati. Allo stesso tempo, i rischi relativi al protezionismo, le vulnerabilità nei mercati emergenti e la volatilità dei mercati finanziari rimangono importanti" afferma il presidente della Bce. L'espansione economica, aggiunge Draghi, è "sostenuta dalla domanda interna e da continui miglioramenti nel mercato del lavoro".
QE - Sulla fine del Quantitative Easing, Draghi spiega che alla riunione odierna "non abbiamo parlato di un prolungamento del programma di acquisti, e non abbiamo discusso di cosa fare dopo, abbiamo altri due incontri prima di fine anno", osservando che alla Bce "pensiamo di avere ancora strumenti che possiamo usare", come gli Tltro tema che è stato sollevato "da due partecipanti".
TASSI DI INTERESSE - Oggi il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%. Inoltre, il Consiglio direttivo della Bce ha confermato che nel quadro del Quantitative Easing "continuerà a effettuare acquisti netti al nuovo ritmo mensile di 15 miliardi di euro sino alla fine di dicembre 2018", acquisti che "in seguito, se i dati più recenti confermeranno le prospettive di inflazione a medio termine, giungeranno a termine".
Nella riunione il Consiglio direttivo ha anche confermato l'intenzione di "reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario".