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Manovra

La lettera dell'Italia alla Ue

RFoto di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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22 ottobre 2018 | 13.52
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"Pur riconoscendo la differenza delle rispettive valutazioni, il Governo italiano continuerà nel dialogo costruttivo e leale così come disciplinato dalle regole istituzionali che governano l'area euro". E' quanto scrive il ministro dell'Economia Giovanni Tria nella lettera di risposta all'Ue, inviata al vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis e al commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. "Il posto dell'Italia -aggiunge- è nell'area euro".

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Il governo è "fiducioso" che la manovra di bilancio "non esponga a rischi la stabilità finanziaria dell'Italia né degli altri paesi membri dell'Unione europea", sottolinea ancora Tria affermando: "Riteniamo infatti che il rafforzamento dell'economia italiana sia anche nell'interesse dell'intera economia europea". Comunque, prendendo atto delle divergenze con Bruxelles sugli obiettivi di finanza, l'esecutivo si impegna a intervenire qualora il deficit dovesse superare gli impegni assunti, ha assicurato Tria: "Qualora i rapporti debito/Pil e deficit/Pil non dovessero evolvere in linea con quanto programmato il governo si impegna a intervenire adottando tutte le necessarie misure affinché gli obiettivi indicati siano rigorosamente rispettati", si legge ancora nella missiva.

Il ministro dell'Economia poi replica alle tre questioni sollevate da Dombrovskis e Moscovici nella loro lettera relative alla deviazione del saldo strutturale rispetto a quanto prescritto dal Patto di Stabilità, alla riduzione del debito e alla mancata validazione dell'Upb delle previsione contenute nel Def. "Per quanto riguarda il sentiero del saldo strutturale, il Governo italiano - scrive Tria - è cosciente di aver scelto un'impostazione della politica di bilancio non in linea con le norme applicative del Patto di Stabilità e Crescita. È stata una decisione difficile ma necessaria alla luce del persistente ritardo nel recuperare i livelli di PIL pre-crisi e delle drammatiche condizioni economiche in cui si trovano gli strati più svantaggiati della società italiana. Il Governo intende inoltre attuare le parti qualificanti del programma economico e sociale su cui ha ottenuto la fiducia del Parlamento italiano".

"La Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, e la Relazione al Parlamento a esso allegata, chiariscono che il Governo prevede di discostarsi dal sentiero di aggiustamento strutturale nel 2019 ma non intende espandere ulteriormente il deficit strutturale nel biennio successivo e si impegna a ricondurre il saldo strutturale verso l'obiettivo di medio termine a partire dal 2022. Qualora il PIL dovesse ritornare al livello pre-crisi prima del previsto, il Governo intende anticipare il percorso di rientro".

Quanto alla “regola del debito” Tria osserva: "Il Governo considera le condizioni macroeconomiche e sociali attuali particolarmente insoddisfacenti a un decennio dall'inizio della crisi e reputa necessario imprimere un'accelerazione alla crescita. La dinamica del Pil è ovviamente cruciale quando si valutano gli sviluppi del rapporto debito/Pil. Inoltre, va sottolineato il calo significativo di tale rapporto previsto per il prossimo triennio, a differenza di quanto sperimentato dalle finanze pubbliche italiane nell'ultimo decennio. Tale evoluzione è frutto delle misure a favore della crescita che verranno introdotte con la prossima legge di bilancio. Tra queste il rilancio degli investimenti pubblici che godrà non solo di maggiori risorse finanziarie ma di semplificazioni normative e di nuovi strumenti di capacity building che faciliteranno la loro esecuzione in tempi brevi".

Il Governo è "fiducioso di poter far ripartire gli investimenti e la crescita del Pil e che il recente rialzo dei rendimenti sui titoli pubblici verrà riassorbito quando gli investitori conosceranno tutti i dettagli delle misure previste dalla legge di bilancio", sottolinea Tria aggiungendo che "per quanto riguarda i rendimenti sui titoli pubblici, lo scenario programmatico del DPB (Documento programmatico di bilancio, ndr) assume tassi di rendimento sui titoli di Stato inferiori a quelli riscontrati sul mercato negli ultimi giorni ma coerenti con i livelli registrati all'atto della chiusura delle stime. Nello scenario programmatico sono stati infatti indicati livelli di rendimento lievemente più elevati rispetto allo scenario tendenziale per tener conto degli sviluppi di mercato che sono nel frattempo intervenuti".

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