A meno di ventiquattr'ore dal vertice di Palazzo Chigi, è già 'duello' nel governo sulle cifre. A finire nel mirino le coperture per il Reddito di cittadinanza, che secondo il M5S ammonterebbero a 10 miliardi mentre per Salvini sarebbero circa "8 o 9". In attesa di un chiarimento ufficiale e univoco, resta la certezza che il provvedimento targato Cinquestelle si farà. Ma se fra i beneficiari ci saranno tutti coloro che, a reddito zero, chiederanno l'integrazione entrando nel programma di governo, ci saranno tuttavia anche alcune sostanziali differenze nell'erogazione dei 780 euro.
A chiarirlo è lo stesso ministro e vicepremier Di Maio, che intervistato qualche giorno fa da Rtl 102.5, ha parlato di 'affitto imputato' da scalare a coloro i quali, pur privi di reddito, risulteranno proprietari di un appartamento, magari ereditato dai genitori defunti. Come funzionerà, dunque, l'erogazione RdC per gli intestatari di una casa? Secondo il vicepremier, il cittadino "chiede di entrare nel programma di Reddito di cittadinanza e dei 780 euro cui ha diritto, perché a reddito zero, ma gli viene stornato il cosiddetto 'affitto imputato'. I 780 euro - spiega Di Maio - nascono perché quella è la soglia di sopravvivenza di una persona. Il reddito si compone del diritto a mangiare e il diritto a vivere in una casa: se tu hai già la casa, io non ti devo dare l'equivalente dell'affitto, quindi scende la quota e si tagliano circa 400 euro".
380 euro circa, quindi, sui 780 previsti. Ma cos'è l'affitto imputato? In breve, il cosiddetto 'affitto imputato' è il calcolo del valore - basato sui prezzi di mercato - dell'ipotetica spesa sostenuta per l'affitto della casa di proprietà (o concessa in usufrutto) in cui si vive.