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Scintille governo-Boeri

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19 luglio 2018 | 18.19
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Il decreto dignità provoca scintille tra il presidente dell'Inps, Tito Boeri e il governo. ''Affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico significa perdere sempre più contatto con la crosta terrestre'' ha detto Boeri, in audizione nelle commissioni Finanze e Lavoro della Camera, rispondendo alle dichiarazioni del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, secondo cui la stima contenuta nella relazione tecnica che accompagna il dl dignità, sulla perdita di 8.000 posti di lavoro, è una valutazione politica.

Durante l'audizione, Boeri ha spiegato che affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico, significa ''mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta". "E' un esercizio molto pericoloso - ha osservato Boeri - perché, prima o poi, per spiegare perché si fanno certe cose e non si possono farne altre, bisognerà spiegare ai cittadini quali sono i vincoli di cui è costellato il mondo reale''.

Parole che, secondo quanto filtra da fonti di palazzo Chigi, hanno suscitato forte irritazione per i toni e i contenuti. Fonti vicine al premier Giuseppe Conte hanno parlato di ''toni inaccettabili e di espressioni fuori luogo'', a maggior ragione se arrivano da una figura che dovrebbe mantenere un profilo squisitamente tecnico. Anche Luigi Di Maio, su Facebook, ha puntato il dito contro il presidente dell'Inps. "Boeri dice a me di aver perso il contatto con la realtà - ha scritto il vicepremier -. La verità è che oggi si è seduto sui banchi dell'opposizione. Non è la prima volta, speriamo sia l'ultima".

Nei documenti dell'Inps si legge che le stime ''possono apparire addirittura ottimistiche se si tiene conto che ai lavori in somministrazione vengono estese tutte le restrizioni stabilite dal decreto per i contratti a tempo determinato". Quella degli 8.000 posti di lavoro in meno è stata una stima inviata al ministero del Lavoro il 6 luglio alle 12.23 ma ''bisogna almeno sfogliarla per capirne i contenuti'' ha detto Boeri, ripercorrendo le tappe della relazione tecnica nei giorni precedenti alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, da cui si evince che "la stima dell'impatto occupazionale negativo è pervenuta al ministero una settimana prima della trasmissione del provvedimento alla presidenza della Repubblica''.

Il ministero del Lavoro, il 2 luglio, aveva mandato una richiesta da cui ''si evince che già aveva messo in conto una riduzione dell'occupazione a tempo determinato per effetto del decreto legge dignità'' ha spiegato in audizione il presidente dell'Inps che ha consegnato il carteggio delle mail scambiate tra l'Istituto e il ministero, per avvalorare le sue dichiarazioni sui tempi di consegna della relazione tecnica che contiene la stima di 8.000 posti di lavoro in meno.

Dalla ricostruzione, ha detto Boeri, si evince che l'Inps ''ha condotto le stime su dati quasi interamente forniti dal ministero del Lavoro (comunicazioni obbligatorie) e ha avuto due giorni a disposizione per effettuare le stime, una volta ricevuti i dati dal ministero''. Inoltre, la relazione tecnica con la stima dell’impatto occupazionale negativo ''è pervenuta al ministero una settimana prima della trasmissione del provvedimento alla presidenza della Repubblica''.

Mentre la Rgs, in questo lasso di tempo, ''ha richiesto chiarimenti all’Inps, che hanno poi portato a una nuova versione della relazione tecnica con stime dell’impatto del provvedimento sulla spesa per Naspi. Analoghe richieste non sono pervenute dal ministero del Lavoro'', osserva Boeri. Il presidente dell'Inps ha quindi precisato: ''Io personalmente non sono affatto contrario allo spirito'' del decreto legge dignità. ''Ma questo non mi esime dal fare i conti con la realtà che, spesso, ci impone delle scelte fra avere più di una cosa desiderata e meno di un'altra in qualche modo auspicabile''.

LA RISPOSTA A SALVINI - Boeri ha poi risposto indirettamente alle dichiarazioni del ministro dell'Interno, Matteo Salvini. ''Se nelle sedi opportune mi venisse chiesto di lasciare il mio incarico anticipatamente, perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze'', ha affermato il presidente dell'Inps, ma ''non posso prendere neanche in considerazione richieste di dimissioni online e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale''. ''L’esecutivo che mi ha nominato - ha scandito - non mi ha mai chiesto di giurare fedeltà al suo programma, né io avrei mai accettato di farlo. Chiedo lo stesso rispetto istituzionale a questo esecutivo, non tanto per me stesso, quanto per la carica che ricopro''.

LA REPLICA DEL MINISTRO DELL'INTERNO - A stretto giro è arrivata la replica di Salvini: “Minacce a Boeri? Ma quando mai - ha detto -. Il presidente super-attaccato alla poltrona dimostra ancora una volta grande fantasia, come quando chiede più immigrati per pagare le pensioni, o quando difende la legge Fornero. Se vuole fare politica con la sinistra che l’ha nominato si candidi, altrimenti lavori per migliorare la qualità dei servizi offerti dall’Inps ai cittadini”.

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