Uno dei primi obiettivi del governo Conte sarà quello di scongiurare l'aumento delle aliquote Iva previsto dal primo gennaio 2019. Lo ha ribadito anche Luigi Di Maio: "L'Iva non aumenterà e le clausole di salvaguardia saranno disinnescate", ha affermato il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro in occasione dell'assemblea di Confcommercio. A partire dal primo gennaio del prossimo anno, infatti, scatteranno le clausole di salvaguardia che comporteranno un aumento progressivo dell'aliquota IVA dal 2019. L'unica soluzione possibile per evitare il rincaro dell'IVA è quella di reperire 12,4 miliardi di euro nella prossima legge di Bilancio.
Neanche in tal caso, però, le tasche degli italiani sarebbero al sicuro poiché il rincaro verrebbe solamente rinviato al 2020, quando per evitare che scattino le clausole di salvaguardia serviranno ulteriori 19,1 miliardi di euro. In totale, quindi, il governo Conte dovrà reperire 31,5 miliardi di euro per i prossimi due anni. Lega e Movimento 5 Stelle faranno di tutto per trovarle come l'altro confermato nel contratto, sottoscritto da ambo le parti, ma non sarà facile.
Ma nel caso in cui l'esecutivo giallo-verde non riesca a reperire le risorse necessarie cosa cambierebbe per gli italiani? In questo caso ci sarebbe un costo ulteriore di 242 euro l'anno per famiglia e l'Italia diventerebbe il Paese con l'IVA ordinaria più alta d'Europa. Nel dettaglio, con il rincaro dell'IVA ci sarebbero diversi cambiamenti rispetto ad oggi in cui - ricordiamo - le due principali aliquote IVA ammontano rispettivamente al 22% (IVA ordinaria) e al 10% (IVA ridotta).
In caso di rincaro, queste aliquote passerebbero prima al 24% e al 12% (dal 1° gennaio 2019) per poi raggiungere il 25% e 13% dall’anno successivo. Matteo Salvini - Ministro dell'Interno del Governo Conte - ha dichiarato che l'aumento IVA non ci sarà e di conseguenza non ci dovrebbero essere rincari per le famiglie italiane. Fino all'approvazione della legge di Bilancio 2018, però, non se ne avrà la certezza assoluta.