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Per il 75% delle manager italiane il lavoro è una realizzazione personale

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04 maggio 2018 | 15.40
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Per il 75% delle manager italiane, il lavoro rappresenta innanzitutto una realizzazione personale, oltre a rispondere ovviamente a necessità contingenti. Per le donne, ancor più che per gli uomini, costituisce anche un 'banco di prova' delle capacità personali. Negli Usa, per il 75% degli intervistati, il lavoro rappresenta una necessità, mentre per il 65% dei tedeschi una sicurezza economica.

E' quanto emerge dalla ricerca internazionale 'L'altra dimensione del management. Il valore aggiunto delle donne tra impresa, famiglia e società', effettuata dall’istituto di ricerca G&G Associated su iniziativa di Federmanager nei mesi gennaio-marzo 2018 e presentata oggi a Roma al Centro Congressi Agostinianum. L'indagine ha coinvolto oltre 1.000 manager italiani e stranieri ed è arricchita da un focus di comparazione Italia-Germania-Usa.

Il problema della disparità tra i due sessi in ambito lavorativo è considerato in maniera diversa dalle donne manager: in Italia il 57% ritiene sia un fattore culturale; negli Usa (per il 28%) e in Germania (per il 27%) è considerato un problema sociale e, limitatamente a quest’ultimo Paese si aggiunge una componente economica (21%). Un dato che desta preoccupazione riguarda il tasso di natalità italiano, 1,34 figli per donna, fermo ben al di sotto della quota di sostituzione di 2,1 figli per donna.

Le donne in posizioni apicali sottolineano le proprie soft skills: per il 98% delle italiane emerge la determinazione e la tenacia, a seguire intuito, laboriosità e precisione. Il 94% delle manager statunitensi cita le capacità multitasking, mentre l’80% delle tedesche sceglie creatività e innovazione. Gli effetti della presenza delle donne nelle aziende per cui lavorano sono molteplici: l’85% dei manager italiani ritiene che a beneficiarne sia l’immagine aziendale, il 77% il clima aziendale e l’organizzazione. Negli Usa, gli effetti positivi riguardano il clima aziendale (93%) e il raggiungimento degli obiettivi (91%), mentre in Germania il clima (82%) e l’immagine aziendale (77%).

Si nota anche come gli uomini non diano la stessa importanza delle donne nella valutazione degli effetti positivi della presenza femminile in azienda: ad esempio, la valorizzazione delle risorse umane, importante per il 95% delle manager italiane, ottiene un punteggio di 68 da parte dei manager uomini. O, ancora, l’aumento di produttività che per le donne italiane è un effetto legato alle leadership femminili nel 94% dei casi, per gli uomini lo è solo nel 65. Infine, le donne manager dicono di contribuire ai processi di innovazione in azienda per l’84%, i loro colleghi uomini lo riconoscono solo per nel 52% dei casi.

In materia di armonizzazione famiglia-lavoro l’indagine mette in risalto il ruolo svolto sia dalle istituzioni, anche europee, sia dalle aziende, come soggetti responsabili del processo. Per i manager intervistati la famiglia assume un’importanza più rilevante rispetto al lavoro (punteggio di 9.4 contro 8.1 su una scala da 1 a 10). In media, solo il 63% delle donne manager italiane riesce a bilanciare famiglia e lavoro, un dato di gran lunga inferiore a quello registrato in altri Paesi: negli Stati Uniti è l’87%, in Germania il 75.

Le donne manager italiane dedicano 9 ore al giorno al lavoro, mentre negli altri Paesi esaminati si registra un numero medio di ore sensibilmente più basso (negli Usa 8,2 ore e in Germania 7,1 ore). Corrispondentemente, il tempo dedicato alla famiglia in Italia è di 3,7 ore in media al giorno, negli Usa è di circa 4 ore, in Germania invece circa 3,2 ore dato che altro tempo è riservato ad attività diverse, a carattere sociale e di svago.

Per il 96% degli intervistati italiani, il welfare aziendale è una risposta efficace. Negli altri due Paesi campione, lo stesso dato risulta ugualmente elevato, anche se in maniera diversa rispetto all’Italia: l’efficacia negli Usa è del 76%, mentre in Germania si attesta al 74%. Su una scala da 1 a 10 le donne manager hanno valutato positivamente: gli orari di lavoro flessibili (9.2 punti), lo smart working (8,9 punti), l’assistenza parentale (8,8 punti), il supporto della genitorialità (8,7 punti).

Anche le donne intervistate all’estero, hanno valutato positivamente tutte le possibili iniziative di welfare sottoposte, con al primo posto "la flessibilità degli orari lavorativi".

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