Le confezioni dei prodotti alimentari alle volte inducono il consumatore a scelte arbitrarie e fuorvianti, pilotate dalla Grande distribuzione. L'ultima 'trovata' appartiene alla catena francese Auchan, presente anche in Italia con molti supermercati, che ha escogitato l'apposizione di un bollino blu su prodotti da privilegiare negli acquisti, in base a una selezione di un sedicente comitato di esperti. A danno, ovviamente di altri. E scoppia la polemica.
Federalimentare, in rappresentanza dell'industria alimentare italiana, è scesa in campo per esortare i ministeri competenti sulla necessità di salvaguardare il consumatore dal proliferare di sistemi di valutazione dei cibi totalmente arbitrari. Senza citare Auchan, il presidente Luigi Scordamaglia, ha lanciato un vero e proprio allarme. "Siamo sinceramente allarmati dall’irresponsabile tendenza di alcune catene di distribuzione e aziende multinazionali di scegliere in totale autonomia, secondo regole non condivise, sistemi di valutazione dei prodotti alimentari basati non su evidenze scientifiche, ma sulla demonizzazione di un alimento o di un altro".
L'associazione degli industriali non esita a paragonare l'iniziativa dei bollini blu alle etichette con il semaforo (traffic lights) introdotte nel Regno Unito per segnalare la presenza in eccesso (luce rossa), o viceversa nei limiti (gialla) o adeguata (verde), di sostanze come grassi saturi, zuccheri e sale. Un sistema che penalizza paradossalmente prodotti Dop, campioni del made in Italy di qualità, come il Parmigiano Reggiano, l'olio extravergine di oliva, il prosciutto di Parma e promuove bibite gassate come la Coca Cola Light ad esempio, che ha sostituito lo zucchero con gli edulcoranti e quindi ha meno calorie.
Un'autorevole voce si è levata contro questa iniziativa, è quella di Giorgio Calabrese, presidente del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare del ministero della Salute. "Sono rimasto esterrefatto - ha commentato - la selezione di Auchan orienta i consumatori verso i prodotti con il bollino blu escludendo molti prodotti della dieta mediterranea, ma sulla base di cosa? Perché non chiedono il parere dei nutrizionisti clinici?". Secondo Calabrese comunque, si tratta di "una logica commerciale camuffata da una logica salutista". E il nutrizionista clinico ha lanciato una sorta di ammonimento ad Auchan: "Non si arrischino a perseguire ancora questa strada perché noi, come ministero della Salute, potremmo rivalerci un domani per aver orientato i consumatori verso prodotti che fanno ammalare di più".
Anche il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, interpellato in proposito, ha messo in guardia sull'aspetto salutistico di certi sistemi di etichettatura "fuorvianti, discriminatori ed incompleti" che "mettono in pericolo, non solo la salute dei cittadini italiani ed europei ma anche il sistema produttivo di qualità del made in Italy".
La replica di Auchan Retail Italia punta a spiegare il progetto 'La Vita in Blu'. “I prodotti sui nostri scaffali sono tutti di comprovata qualità. La selezione non ha l'obiettivo di discriminarne alcuni, quanto piuttosto quello di evidenziare, all'interno delle singole categorie, quelli che risultano avere il miglior equilibrio nutrizionale. Tale valutazione avviene in base a un algoritmo scientifico che utilizza le informazioni contenute nelle etichette, partendo da una selezione convalidata da un collegio di esperti nazionali ed internazionali”, spiega Carlo Delmenico, Responsabilità Sociale d'Impresa, Programma Benessere di Auchan Retail Italia.