"Il consumo medio per abitante è di 241 litri al giorno, l’Italia con questo dato si conferma al primo posto in Europa per consumo d'acqua pro-capite. Il consumo medio pro-capite in Nord Europa è di 180-190 litri". E' quanto emerge dal rapporto 2017 'Le risorse idriche nell’ambito della circular economy', presentato da Srm (Studi Ricerche Mezzogiorno) nell’ultima giornata del Festival dell’Acqua 2017, la manifestazione organizzata da Utilitalia (la Federazione delle imprese di acqua energia e ambiente) in collaborazione con Acquedotto pugliese (Aqp).
"L’estate 2017 ha evidenziato la necessità di interventi urgenti in un settore che da tempo reclama un nuovo approccio gestionale e infrastrutturale - rileva il Rapporto - In prospettiva, i cambiamenti climatici aggraveranno ulteriormente le problematiche di carenza idrica e siccità; le previsioni al 2040 indicano per l’Italia una situazione di stress alto. La European Environment Agency (Eea) stima per il nostro Paese un indicatore di sfruttamento idrico (Wei) pari al 24%, fra i più elevati nel contesto europeo. L’Italia è in quarta posizione dopo Cipro, che registra un Wei pari al 64%, Belgio (32%) e Spagna (30%)".
Capitolo Sud Italia. "Si continua a sprecare tanta acqua: i capoluoghi di provincia localizzati nel Mezzogiorno realizzano complessivamente una perdita del 47%, che si confronta con il 34% del Centro-Nord. Se a livello nazionale nel 2016 il 9,4% delle famiglie ha lamentato irregolarità nell’erogazione dell’acqua, in Calabria e in Sicilia il giudizio sul servizio idrico è negativo per una famiglia su tre. Inoltre 816 delle 1.166 procedure di infrazione per il servizio di depurazione ha riguardato Comuni del Sud. Una relazione sostenibile tra la gestione dei reflui e la qualità delle acque marine è una delle chiavi del successo dello sviluppo turistico nelle zone marittime", afferma il report.
Dall’analisi del sistema infrastrutturale emerge, infine, che "dei 5 miliardi anno necessari per il settore idrico più del 35% si dovrebbe concentrare nel Mezzogiorno con un impatto significativo sullo sviluppo economico, stimato pari ad una crescita dello 0,5% di Pil l’anno".