Uffici senza aria condizionata o rotta, stanzoni in cui la lotta a chi spegne o accende il condizionatore è serrata. In questi giorni di caldo eccezionale, di sicuro a qualcuno sarà passato per la testa di non andare al lavoro. Ma si può fare? C'è una legge che in qualche modo stabilisca che un lavoratore possa assentarsi se le temperature sono troppo alte?
"A monte di qualsiasi discorso sull'argomento - spiega all'Adnkronos Pasquale Staropoli, esperto di Fondazione Studi Consulenti del lavoro - c'è l'articolo 20187 del Codice Civile secondo cui 'L'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro'". In pratica, il datore di lavoro deve adottare tutte le misure idonee a prevenire sia i rischi insiti all'ambiente di lavoro, sia quelli derivanti da fattori esterni e inerenti al luogo in cui tale ambiente si trova, visto che la sicurezza del lavoratore è un bene di rilevanza costituzionale che impone al datore di anteporre al proprio profitto la sicurezza di chi esegue la prestazione.
"Tale principio - continua Staropoli - viene attuato nel Testo unico in materia di sicurezza sul lavoro (decreto legislativo 81/2008) in cui si introduce il concetto di agenti fisici e di microclima, che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Insomma, bisogna monitorare le temperature all'interno di un ufficio come si monitorano gli altri agenti fisici". "Ma non si parla di una temperatura precisa - spiega l'esperto - si dice che 'la temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all'organismo umano tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori". E 'quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l'ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione', si legge ancora.
In pratica, a parte un vecchio DPR (128/1959, articolo 281) che però fa riferimento solo agli ambienti di lavoro per Cave e Torbiere, la nostra legislazione non dà numeri e per fare un calcolo più preciso rimanda alla norma UNI-EN-ISO 7730: "Una norma scientifica - dice Staropoli - perché propone delle equazioni grazie alle quali, inserendo tantissimi parametri tra cui metri quadrati, numero di persone e pc in una stanza, umidità, ventilazione, ecc. si riesce a ottenere il valore di una temperatura adeguata o meno all'organismo umano".
Insomma, per riassumere, "non è che ci si può alzare la mattina, guardare quanti gradi ci sono e decidere di non andare al lavoro. Così come accade nel caso in cui faccia molto freddo, in una situazione estrema, devo chiedere e pretendere che il datore di lavoro verifichi se la temperatura sia adeguata".